Sicilia, deciso il Presidente dell’ARS. Ora tocca alle Commissioni

L’Assemblea legislativa della Sicilia ha un nuovo presidente. E’ Giovanni Ardizzone, 47enne messinese alla sua quarta presenza all’ARS. Uno scrutinio più difficile e risicato del previsto. Non un’elezione “al primo colpo”, e con il minimo indispensabile per essere eletto : 46 voti su 90.

Visibilmente commosso, l’avvocato che milita nelle fila dell’UDC, ha dichiarato che sarà il rappresentante di tutta l’assemblea,  che farà in modo che la politica regionale sia davvero la casa di vetro che i cittadini si aspettano e che lo statuto siciliano venga ammodernato. I nomi citati nel suo discorso sono quelli di coloro che hanno fatto la storia della Sicilia: Sciascia, Placido Rizzotto, Giorgio La Pira e, naturalmente, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.

Dichiarazioni di rito che, però, non riescono a nascondere le prime crepe che ha portato la sua elezione: difatti se, come era prevedibile, i grillini hanno votato compatti per il loro candidato, Antonio Venturino, è il PD a creare i primi problemi a Crocetta. Il partito delle primarie si è infatti spaccato ed Ardizzone è stato eletto solo grazie ai voti della minoranza, e del PDL in particolare.

Intanto, passata l’elezione, il neo governo dovrà subito fare i conti se stesso: non sono passate inosservate le dichiarazioni del neo eletto assessore alla cultura Antonino Zichichi su un suo sogno “di vedere la Sicilia piena di centrali nucleari”. Immediatamente ripresa dal web e dai giornali, questa dichiarazione ha subito scatenato le polemiche di entrambi gli schieramenti: da una parte coloro che hanno sostenuto Crocetta si sono sentiti riceve un vero pugno nello stomaco, vista la grande lotta sull’ecologia e sulla green economy che vuole impostare il governatore, dall’altra chi ha sostenuto la minoranza ha avuto parole di fuoco contro Zichichi, reo di non capire che la Sicilia, più che di centrali nucleari avrebbe bisogno di infrastrutture e di un rilancio agricolo-turistico. Difatti la risposta di Crocetta non si è fatta attendere : “L’unica Sicilia che ci interessa è quella dei limoni, delle arance e delle palme. Non vogliamo fare diventare quest’isola una bomba atomica e rispediamo al mittente qualsiasi considerazione in proposito, del resto Zichichi l’ha sempre pensata così” .

Anche Battiato ha fatto, suo malgrado, parlare di sé. Presentatosi senza cravatta, cosa che ha fatto storcere il naso ai “puristi” dell’assemblea, i quali però non storcono il naso in casi ben più gravi, è rimasto solo poco tempo all’interno dell’ARS per poi andare via senza più ripresentarsi in aula.

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Intanto, ora inizia il valzer delle poltrone: due presidenti di commissione saranno sicuramente dell’opposizione: uno della lista di “Musumeci Presidente” e l’altra dovranno giocarsela PDL e PID, anche se non è detto che uno dei due partiti non si “accontenti” di avere un questore tra le proprie fila. Di solito la commissione Antimafia era lasciata alle opposizioni, ma sembra certo che essa vedrà come suo presidente Antonio Malafarina, ex questore di Gela ed eletto nel listino bloccato di “Crocetta Presidente”. Questo rimescola quindi le carte: se i 5 Stelle hanno dichiarato,già il giorno dopo le elezioni,  di non volere apparentamenti né posti di potere, questo potrebbe portare il PD ad avere la presidenza di tre commissioni, visto che l’UDC ha ottenuto la presidenza.

Inoltre, anche il Consiglio di presidenza, che da regolamento deve essere formato in modo da rappresentare tutti i gruppi, che pare saranno dieci, potrebbe essere un buon posto per piazzare i propri onorevoli: ecco che oltre al posto di vicepresidente e dei questori, che pare dovranno essere di Cascio, Ruggirello, Currenti o Trizzino, anche  i posti di segretari potranno portare a sorprese: si parla di Figuccia del Partito dei Sicilia (ex Mpa) e di Anselmo di Territorio.

Tutto questo però appare ancora il classico risiko delle poltrone. E se da una parte un partito rinuncia a qualcosa, dall’altra dovrà essere accontentato con qualcos’altro. Sicuramente si saprà la geografia del parlamento più antico d’Europa solo tra un paio di settimane, in modo tale da permettere la chiusura natalizia dell’ARS con le idee più chiare un po’ per tutti, deputati e cittadini.