Può il Pdl ripartire da Alfano?

Dopo la prima delle due sconfitte del centrodestra, le elezioni amministrative, la prima contromossa adottata da Berlusconi per risalire la china è stata la sostituzione del triumvirato composto da Verdini-Bondi-La Russa che ha gestito sinor3a il Popolo della Libertà con la nomina di Alfano nel ruolo di segretario.

La nomina di Alfano segretario diverrà operativa  per fine Giugno. Entro la fine del mese, l’attuale Guardasigilli lascerà il ministero della Giustizia dopo aver presentato in Parlamento il Codice antimafia. Nel frattempo sarà convocato il Consiglio nazionale del Pdl a cui spetta la modifica dello statuto del Popolo della Libertà (che non ha mai contemplato la figura del “segretario politico”).

Il Pdl è comparso sulla scena politica in maniera quasi improvvisa. Molti ricordano il 18 Novembre 2007 (a distanza di un mese dalle primarie fondative del Partito Democratico, tenutesi il 14 Ottobre 2007), quando Berlusconi durante una manifestazione in corso a Milano in Piazza San Babila lanciò l’idea del nuovo soggetto politico dal predellino di un’automobile. Il Pdl fece il suo esordio come simbolo elettorale sulle schede elettorali delle elezioni politiche nel 2008. Per nascere poi ufficialmente a fine Marzo 2009 come risultato della fusione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale. Lo schema di partenza assegnava alle due forze politiche una proporzione 70%-30% (Forza Italia-Alleanza Nazionale). Dopo il divorzio politico tra Berlusconi e Fini, cofondatori del Pdl, l’assetto organizzativo era rimasto tale e quale. Ora, dopo il magro risultato elettorale delle scorse amministrative, il Pdl si ri-organizza.

Il Pdl riparte da Angelino Alfano. Siciliano di Agrigento, Alfano fu eletto nel 1994 consigliere provinciale nel collegio di Agrigento, nel 1996 all’Assemblea Regionale Siciliana e nel 2011 deputato nazionale, sempre con Forza Italia. Fa parte del gruppo di quarantenni legati a Berlusconi da un reciproco rapporto di stima e fiducia. Figlio di un politico democristiano siciliano, ad Alfano sono stati riconosciute nel tempo competenza e capacità politiche. È stato in grado di ritagliarsi uno spazio politico notevole muovendosi sempre con discrezione, senza farsi mancare la necessaria incisività. Oggi gli spetta un compito importante: dopo il gran parlare che si fa da tempo della successione a Berlusconi, la scelta di Alfano somiglia più ad investimento politico. Analisti e commentatori si dividono nell’interpretazione della fase che si aprirà con Alfano segretario. Per qualcuno è l’inizio del dopo-Berlusconi. Alcuni la giudicano come una fase di transizione. Altri, più semplicemente, come l’evoluzione naturale dell’assetto del più importante partito di centrodestra. Iniziamo col dire che la figura del segretario normalizza un partito come il Pdl che sino a questo momento si è autodefinito sempre e solo un “movimento politico” (come Forza Italia prima ancora).

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La parola chiave dell’operazione politica che porterà Alfano a guidare il Pdl è moderazione. Chi vuole può provare a contare le diverse declinazioni della parola chiave nelle dichiarazioni dei tanti  esponenti del centrodestra che si stanno esprimendo sull’argomento in queste settimane. Si mira, evidentemente, al recupero del profilo più moderato del potenziale elettorato. L’azione della nomina di Alfano in sé rappresenta già un cambio di passo rispetto all’ultimo periodo, in cui figure che non hanno nella moderazione il loro massimo punto di forza (come Daniela Santanchè) hanno goduto di piena visibilità. In prospettiva politiche 2013 il Pdl dovrà a tutti i costi provare a recuperare i rapporti con i centristi dell’Udc. Un’altra chiave di lettura della nomina di Alfano attiene all’aspetto geografico. Alfano proviene dall’isola in cui alle elezioni politiche del 2001 il centrodestra stracciò il centrosinistra vincendo in sessantuno collegi su sessantuno. Con la nomina di Alfano potrebbe partire l’operazione che mira a riequilibrare gli sfavori di un Sud che – a detta di molti – dà l’impressione di soccombere di fronte al peso della Lega nell’attuale compagine governativa.

 

Giuseppe Spadaro