Sondaggio ISPO: per gli elettori del PD non ci sarà scissione

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Il sondaggio ISPO presentato durante la trasmissione Porta a Porta ha voluto in particolare indagare, in vista dell’assemblea nazionale del PD di quest’oggi, le opinioni sulla situazione del partito e sul suo prossimo futuro.

In una domanda preliminare, si è chiesto prima di tutto il giudizio sul Governo Letta, dividendo i risultati per elettorato di appartenenza: complessivamente esso viene visto positivamente dal 63% degli italiani. Ma è significativo evidenziare come vi sia un giudizio positivo molto ampio sia fra gli elettori del PD (77%), che fra gli elettori del PDL (70%).

Mentre un apprezzamento minore proviene dagli elettori di Scelta Civica (57%). Sono maggioritari i giudizi negativi fra gli elettori dei partiti all’opposizione, quali SEL e M5S, anche se in entrambi i casi il Governo viene visto positivamente da oltre il 40% del loro elettorato.

Giungendo al Partito Democratico, in attesa del congresso previsto in ottobre, secondo la grande maggioranza sia del complesso degli intervistati (64%), sia dell’elettorato del PD (71%), si ritiene sia meglio che l’Assemblea elegga un segretario, a riprova della necessità di una presenza politica forte del partito durante i prossimi mesi.

Interrogati infine sull’eventualità di una scissione del PD, fra tutti gli intervistati sono pressoché lo stesso numero coloro che ritengono che una scissione sia molto o abbastanza probabile (48%) e quelli che invece pensano che il partito resterà unito (46%). Le proporzioni risultano differenti fra gli elettori del PD, dove il 58% considera una scissione poco o per nulla probabile, mentre il 40% ritiene che il partito potrà dividersi.

Su questo tema, si è operato poi un confronto fra il dato odierno e quello rilevato fra gli elettori del PD il 18 aprile, giorno della prima votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica nella quale era stata avanzata la candidatura di Franco Marini: allora il 52% riteneva probabile una scissione, mentre oggi l’opinione fra i democratici è abbondantemente mutata, segnalando una tensione unitaria da parte dell’elettorato una volta superati i momenti più caratterizzati emotivamente.