Speciale Nordland: la Norvegia al voto, il Partito Liberale

È il centrodestra il grande favorito per le elezioni che si terranno in Norvegia il prossimo 9 settembre. Il governo guidato dai laburisti sembra destinato ad essere sconfitto, ma non tutto è già deciso: gli scenari per il dopo voto sono tanti.

È quello che pensa Trond Enger, segretario del Partito Liberale, secondo il quale le frizioni all’interno dello schieramento conservatore possono tradursi in un vantaggio per l’attuale governo.

Enger è schietto e non si nasconde: in questa intervista dichiara apertamente che c’è da lavorare duro, che le differenze col Partito del Progresso sono notevoli e che i liberali non faranno parte del prossimo esecutivo di centrodestra senza un vincolante accordo di governo. Insomma le prossime settimane saranno molto delicate, per quello che oggi è un piccolo partito ma che in passato ha fatto la storia della Norvegia.

 

Il Partito Liberale è il più antico partito norvegese. Ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo sociale e politico del vostro paese. Ha supportato ad esempio il suffragio universale, la libertà religiosa, il parlamentarismo. Per anni è stato un protagonista della politica norvegese. Dando uno sguardo ai risultati elettorali, dopo la Seconda guerra mondiale avete cominciato a perdere voti ma sembra che la storia dei liberali sia cambiata davvero a inizio anni ’70, quando avete ottenuto il 3,5 per cento – e per decenni siete rimasti intorno a quel risultato. Che cosa è accaduto a inizio anni ’70?

La ragione più importante è stata il conflitto interno del 1972, sorto intorno al disaccordo sull’adesione allo Spazio economico europeo. Questo ha determinato il frazionamento del partito in più partiti.

Trond Enger, segretario del Partito Liberale norvegese

Qual è il vostro programma politico? Quali sono le vostre priorità?

La nostra politica vuole combinare la libertà personale con la responsabilità nei confronti della comunità, dell’ambiente e degli altri. Per le elezioni in arrivo ci stiamo concentrando su quattro aree principali: educazione, ambiente, crescita e welfare. Stato sociale: mettere in sicurezza il welfare e difendere i diritti umani. Educazione: una buona istruzione pubblica per tutti, e iniziativa privata solo come supplemento dell’offerta pubblica. Crescita: migliori regole e regolamentazioni per le piccole aziende e l’imprenditoria, ad esempio sui congedi per maternità e per malattia, e meno burocrazia. Ambiente: è molto importante per noi agire sul cambiamento climatico causato dalle attività dell’uomo, e vogliamo proteggere la biodiversità seguendo i protocolli stabiliti dalle Nazioni Unite (come il Protocollo di Kyoto o la Convenzione sulla diversità biologica).

Il prossimo sarà probabilmente un governo di centrodestra. Ma ci sono alcuni problemi all’interno di questo schieramento. Il partito della Destra dice di volere una coalizione composta da tutti e quattro i partiti conservatori oggi all’opposizione, il Partito del Progresso preferisce governare solo insieme alla Destra, il Partito Popolare Cristiano e voi avete spesso affermato di prediligere un esecutivo senza Partito del Progresso. Come risolvere questo rebus? E questi problemi all’interno del centrodestra possono rappresentare un vantaggio per il centrosinistra?

Sì, sono un vantaggio per il centrosinistra. I nostri avversari spendono molto tempo e molte energie per tenere questo argomento nell’agenda politica, col risultato di diffondere insicurezza tra gli elettori. Le differenze tra Partito Liberale e Partito del Progresso sono tante. Per questo preferiremmo entrare a far parte di un governo insieme alla Destra e al Partito Popolare Cristiano. Solo il risultato delle elezioni del 9 settembre ci dirà se sarà possibile per noi far parte di un esecutivo nel quale sia presente anche il Partito del Progresso, e questo dipenderà dal nostro impatto sui negoziati. E dipenderà anche da ciò che la Destra preferirà e deciderà di fare.

Paragonata ad altri paesi europei, la Norvegia è una nazione in salute: bassa disoccupazione, crescita, per ora la crisi economica rimane fuori dai vostri confini. Il governo di centrosinistra sembra aver gestito bene le questioni economiche. Eppure voi supportate un cambio di governo. Che trasformazioni vorreste introdurre?

La cosa più importante è riuscire ad avere una maggiore indipendenza dall’industria petrolifera, che non è destinata a durare in eterno. Intendiamo dire che è fondamentale avviare programmi per sviluppare posti di lavoro per esempio nelle energie rinnovabili, nel settore della tecnologia e dell’innovazione, e perciò investiremo molto più dei nostri introiti petroliferi nello sviluppo e nelle energie verdi.

Trond Enger è nato a Drammen il 30 giugno del 1975

Il Partito della Sinistra Socialista e il Partito di Centro governano insieme al Partito Laburista sin dal 2005. Ora sembra che stiamo perdendo voti proprio a causa della partecipazione a questo esecutivo. Voglio dire: i laburisti sono il partito più grande nella coalizione e a volte il Partito della Sinistra Socialista e il Partito di Centro hanno finito per essere oscurati. Non temete di dover affrontare gli stessi problemi se doveste decidere di far parte di un governo guidato dalla Destra?

Sì, lo temiamo. È per questo che dobbiamo avere un accordo di governo davvero buono e vincolante che ci assicuri di avere un impatto su quelle tematiche per le quali i nostri elettori ci hanno votato. Ad esempio questioni ambientali e diritti umani.

Ormai la campagna elettorale è partita. Avete meno di un mese per convincere gli elettori a scegliere voi: come farete?

L’intera organizzazione deve lavorare duro. Non abbiamo a disposizione i fondi su cui possono contare i partiti più grandi. Proveremo ad essere presenti più che potremo nei media, useremo tanti volontari per parlare con la gente, rispondere alle e-mail, su Facebook, su Twitter. Quando ne avremo la possibilità cercheremo di influenzare l’agenda politica con le questioni che ci rendono differenti rispetto agli altri grandi partiti politici.