Cambiare la Bossi-Fini, ce lo chiede anche l’Ue

“Modificare o rivedere eventuali normative che infliggono sanzioni a chi presta assistenza in mare”, ergo: correggere la legge Bossi-Fini. Arriva puntuale il diktat di Strasburgo venti giorni dopo il naufragio di Lampedusa che ha visto soccombere, nelle fatali acque del Mediterraneo, 336 profughi. Il Parlamento Europeo ha, infatti, approvato una risoluzione bipartisan sui flussi migratori ed ha individuato nella modifica della Bossi-Fini, il primo passo per una trasformazione radicale nella gestione dei migliaia di migranti che ogni anno sbarcano sulle coste europee.

Sull’argomento sono intervenuti molti esponenti della politica internazionale come il Presidente della Commissione Ue Barroso che ha invitato a “fare di più per prevenire stragi come quella di Lampedusa”. E come? Aumentando  “gli sforzi europei e cooperare di più con i paesi di transito e di origine dell’immigrazione” ma anche il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge che da sempre ha battuto sulla modifica “delle norme sull’immigrazione” e per far ciò “serve l’azione del Parlamento” ha affermato il ministro (ilfattoquotidiano.it, 23/10). 

Dichiarazioni ufficiali, infine, sono giunte anche dal vicepresidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli che ha annunciato: “La mozione congiunta approvata oggi segna un passaggio importante nella gestione comune delle politiche di immigrazione e di asilo. Una buona sintesi che mira a ribadire il principio della condivisione delle responsabilita’ e della gestione delle emergenze a carico di tutti gli Stati membri” (qn.net, 24/10)

 

Giacomo Salvini