La promessa di Alfano: “Proteggeremo i magistrati dalla mafia”

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La promessa di Alfano: “Proteggeremo i magistrati dalla mafia”

Si sono conclusi i lavori del ‘Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica’. Il luogo nel quale si è svolta l’assembla sulla legalità è niente di meno che la capitale storica della mafia, Palermo. “Abbiamo voluto organizzare a Palermo il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica per manifestare ai magistrati oggetto di insidiose minacce la nostra vicinanza. Lo Stato è più forte di chi lo vuole combattere”, ha affermato Angelino Alfano, ministro dell’Interno e siciliano d.o.c. . Il capoluogo siciliano è stato prescelto per manifestare la vicinanza e la solidarietà ai magistrati vittime di intimidazioni nelle recenti settimane: di queste minacce, “si trova traccia nelle indagini, ma anche in sofisticate lettere anonime”, afferma l’ex guardasigilli. E continua: “ ogni attentato o sfida ai magistrati è un attentato ed una sfida allo Stato”. Il titolare del Viminale mostra poi inquietudine quando conferma che “non possiamo escludere la tentazione di una ripresa della strategia stragista dopo tanti anni di silenzio, ma lo stato sarà pronto a reagire”.

Angelino Alfano, leader del Nuovo Centrodestra

Il centro del suo discorso è la vicinanza ai magistrati, veri e propri baluardi statuali in quelle terre troppo a lungo dimenticate dalla presenza fisica dell’ordine pubblico : “abbiamo deciso un ulteriore rafforzamento dei dispositivi di sicurezza personale dei magistrati esposti e messo a loro disposizione ogni risorsa necessaria. Sono stati oggetto di numerose minacce per questo io oggi sono venuto a dire che lo Stato è dalla loro parte e metterà ogni mezzo a disposizione per la loro protezione”. Anche i magistrati che si spendono nelle misure di prevenzione sono oggetto di tutela per il Ministro Alfano: “Abbiamo nei loro confronti una particolare attenzione: vengono sfidati dalla mafia per i risultati raggiunti”.

Ma sono le parole di Totò Riina, intercettato da cimici fatte nascondere dagli investigatori, a tenere banco: il boss di Corleone, in carcere dal 1993, avrebbe minacciato di morte Nino di Matteo, pm indagante sulla trattativa Stato-mafia. Si è discusso, quindi, presso il Comitato per la sicurezza e l’ordine di dotare Di Matteo del dispositivo ‘Bob Jammer’, che blocca dispositivi come telecomandi a distanza che potrebbero essere utilizzati per attentati. La tensione nei confronti dei magistrati siciliani sembra esser tornata alle stelle, come nei primi anni 90’.

 

Daniele Errera