Cassa integrazione, sfiorato il miliardo di ore

lavoratori in cassa integrazione

Numeri da brivido, quelli che riguardano la cassa integrazione guadagni concessa nei primi undici mesi dell’anno. Alla fine di novembre, infatti, si è arrivati a 990 milioni di ore autorizzate: di tutti i lavoratori interessati, quasi 520mila sono stati “a zero ore” (dunque con la sospensione totale del lavoro), arrivando a un taglio di reddito complessivo di 3,8 miliardi, circa 7300 euro annui a testa in meno.

A dirlo è il rapporto della Cgil di novembre, compilato dall’osservatorio del sindacato a partire dai dati dell’Inps. Ormai è certo che per il terzo anno dal 2010 si supererà la soglia psicologica del miliardo di ore autorizzate in un anno. A voler essere ottimisti a ogni costo, si potrebbe dire che nel 2010 le ore erano state 1,2 miliardi, l’anno scorso 1,1 e quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2012, si è registrato un calo dell’1,41%. In realtà, però, si parla sempre di una cifra mensile che viaggia tra gli 80 e i 90 milioni di ore, concentrate soprattutto nel settore industriale (si arriva a 145 ore per addetto).

In più, se si guarda l’evoluzione dell’ultimo mese, si scopre che rispetto a ottobre le ore autorizzate (oltre 110 milioni) hanno fatto un balzo del 21,34%. A voler guardare i dati sul piano territoriale, poi, si scopre che sono le regioni del nord a ricorrere maggiormente alla cassa integrazione: guida la classifica la Lombardia (233,8 milioni di ore dall’inizio dell’anno), poi vengono il Piemonte il Veneto; al centro primeggia il Lazio (68,1 milioni), al sud il dato più grave è in Campania (56,3 milioni di ore). Anche qui le ore sono concentrate soprattutto nel settore meccanico, ma anche nel commercio e nell’edilizia.

Per il  segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, il 2013 si prepara a essere “l’ennesimo, triste, anno record in termini di ricorso alla cassa integrazione” dall’inizio della crisi, sei anni fa. La sindacalista, tuttavia, è certa che non si abbia “alcuna contezza dello stato di profonda sofferenza in cui versa la gran parte del paese”: lo dimostrerebbero una legge di stabilità inconcludente, la mancanza di strumenti per contrastare la crisi e una riforma degli ammortizzatori sociali volta solo a contenere i costi.

Gabriele Maestri