Cara Lega, ti conviene essere così “di lotta”?

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Ma è credibile questa Lega di lotta? Le azzuffate parlamentari, l’occupazione coatta dei banchi del governo, con conseguente espulsione da parte della presidenza della Camera, i riferimenti ai “lanciafiamme” e il viavai di cartelli che oramai costellano ogni seduta clou del nostro Parlamento, rappresentano gran parte dell’armamentario politico del Carroccio in questa novella fase d’opposizione.

La Lega Nord senz’altro è una forza politica anomala che molto spesso nell’arco della sua parabola politica ha avuto modo di esercitare il suo ruolo d’opposizione. E a dire il vero ogni qual volta si è trovata a contrastare il governo in carica ha sempre utilizzato una metodologia e dei canali a tratti non consoni alla sacralità delle aule parlamentari.

Ci ricordiamo tutti il cappio esposto da un parlamentare leghista nel bel mezzo della tempesta di Tangentopoli. Altri tempi, altra Repubblica. Con l’attuale Capo dello Stato che allora, da Presidente della Camera, invitava il parlamentare leghista a rimuovere al più presto quel turpe simbolo.

Di conseguenza di per se non stupiscono troppo alcune bravate leghiste. Colpisce però la tempistica e la concentrazione ravvicinata di una serie di manovre ad affetto inventate dalla Lega. Un così ampio raggio di iniziative che per certe versi rende poco credibile, e di conseguenza non poco rischiosa, l’attuale protesta leghista.

Non bisogna mai dimenticare infatti che la Lega Nord era un partito che fino a poco più di un mese fa si trovava all’interno della compagine di governo con un ruolo di peso. Secondo alcuni interlocutori politici addirittura esse aveva la golden share del governo. E da qui i vari discorsi berlusconiani secondo cui la vera colpa del Cavaliere consisteva nel “non aver ottenuto la maggioranza assoluta dei voti” e quindi costretto sempre a compromessi con il riottoso alleato leghista.

Un cambio così repentino ed eccessivamente radicale non rischia di essere controproducente? Senz’altro non lo è ai fini elettorali lo schierarsi all’opposizione da parte del Carroccio: non solo è una mossa che può cercare di ridare verginità alla forza politica di Bossi ma è anche un’occasione per porsi come interlocutore di soggetti sociali che, per un motivo o per l’altro, rischiano di essere penalizzate da misure economiche considerate inevitabili da parte del premier Monti.

Ma un atteggiamento di questo tipo non striderà eccessivamente con la ragione degli italiani? Senz’altro non siamo un popolo con una memoria storica notevole, ma la Lega Nord comportandosi così, come se gli ultimi dieci anni non fosse mai stata al governo, rischia di ripetere l’errore dei suoi avversari di sempre.

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Il fenomeno Lega infatti, e soprattutto la leadership di Umberto Bossi a tratti geniale, si basa molto spesso su un errore di sottovalutazione da parte dei propri detrattori: si tende infatti a sottovalutare il comportamento “popolano” di un leader politico e non si da alcuna importanza a sparate come quella sulla Padania che si considerano non attinenti alla realtà. In questo modo però si sottovaluta il leader politico, la sua potenzialità e le sue opportunità. E tra l’altro questo stesso atteggiamento, partendo dalla base che, per far un esempio, “la Padania in realtà non esiste”, non porta ad affrontare aspetti dell’armamentario leghista che in realtà possono avere un qualche fondamento (l’eccessivo carico fiscale nei confronti di alcune parti del paese e l’indignazione per lo sperpero del denaro da parte dell’amministrazione pubblica). Così si consegna una prateria al proprio avversario politico e gli si da legittimità. Del resto quanti democratici americani sottovalutarono “l’attorucolo Reagan” e la sua notevole capacità politica?

La morale del discorso quindi è che gli italiani a volte saranno pure smemorati ma non sono stupidi. E quindi anche se la Padania non esiste in certi casi possono essere spinti a votare Lega. Proprio perché alcune istanze possono essere legittime e sono lasciate sguarnite da parte di soggetti politici che tendono a sottovalutare il fenomeno.

Con queste pagliacciate e con questo clima d’osteria in Parlamento così accentuato, il passaggio da una Lega di governo ad una Lega radicale, quasi rivoluzionaria (ipotesi nefasta per i risultati elettorali del Carroccio) rischia di essere troppo vistoso. E di conseguenza poco credibile. Senza alcuna fase di transizione nella modalità di fare opposizione molto spesso si è accusati di opportunismo. E ogni sincera opposizione rischia di essere scambiata per qualcos’altro.