Minacce agli ebrei di Roma da ambienti antisemiti

Minacce agli ebrei di Roma da ambienti antisemiti

Minacce agli ebrei di Roma da ambienti antisemiti nel mese del ricordo della Shoah

A due giorni dalle celebrazioni della Giornata della Memoria, che ricorda le vittime della Shoah, la comunità ebraica di Roma è stata bersaglio dell’ennesimo episodio d’intolleranza religiosa.

In queste ore, la Digos della Capitale sta lavorando per individuare i mittenti di due macabri pacchi recapitati all’Ambasciata d’Israele e al Museo di piazza Sant’Egidio, sede di una mostra sulla cultura ebraica: nei plichi, infatti, erano contenute teste di maiale, animale impuro secondo i dettami della religione ebraica. Un terzo pacco con lo stesso contenuto era stato recapitato ieri alla Sinagoga locale. Una volta denunciati gli episodi, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti, facendo partire le indagini della Digos.

Ma altri episodi hanno richiamato l’attenzione degli inquirenti. Nel III Municipio di Roma sono apparse, questa mattina, scritte antisemite – “Olocausto menzogna” e “Hanna (sic) Frank bugiardona” – e svastiche, riconducibili probabilmente agli stessi autori dei pacchi inviati negli ultimi due giorni. La Comunità ebraica della Capitale ha fatto sapere che non si farà intimorire dalle minacce ricevute, mentre il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge ha dichiarato: “Questi gesti che appartengono alla stessa matrice del razzismo non hanno alcuna forza d’intimidazione e mi rendono ancora più coinvolta nella realizzazione delle tante iniziative che si stanno svolgendo in questi giorni, in tutta Italia, per le celebrazioni della Giornata della memoria”.

Anche il sindaco Marino si è unito al coro di solidarietà nei confronti di tutti gli ebrei romani: “Condanno con fermezza questo gesto inqualificabile nei confronti della comunità ebraica di Roma. Chi la offende fa un oltraggio a tutta la città. Sono vicino al presidente Riccardo Pacifici, al rabbino capo Riccardo Di Segni e ha tutti i componenti della comunità”.

Fabrizio Neironi