Caso Gentile, lo stampatore De Rose “Era tutto un trappolone”

Dopo le dimissioni del sottosegretario Gentile accusato di aver tentato di censurare la notizia dell’iscrizione del figlio nel registro degli indagati per un’indagine della magistratura calabrese.

“Sono stato ingenuo. Era tutto un trappolone, e io invece parlavo liberamente. Ma ora chiarirò tutto con i magistrati”. Lo dice a Repubblica Umberto De Rose, l’imprenditore e stampatore de L’Ora della Calabria indagato con l’accusa di violenza privata, per la telefonata con l’editore Alfredo Citrigno per non far uscire la notizia dell’indagine sul figlio dell’ormai ex sottosegrerario Gentile. “Vengo etichettato soprattutto per come mi esprimo – dice -. Perchè certi nostri dialetti del sud, a un uditorio nazionale, si sa, subito richiamano i modi di fare di certe associazioni particolari”.

“Mi scuso, sono dispiaciuto per il linguaggio. Ma sereno sulla sostanza – aggiunge -. Io ero disteso sul divano a un’ora di notte, in confidenza col giovane editore, Alfredo, che ho visto crescere» e “mi volevo accertare che la notizia fosse fondata sennò ne rispondo pure io. Dall’altro lato, il ragazzo parla un italiano precisino e c’è un direttore che mi registra, e usa tutto per le sue orge mediatiche. Perchè? Cosa devo pensare, se non che sia stato un trappolone per abbattere un loro nemico?”.

Redazione