Intervista a Grillo sceso dal panfilo Britannia? Mentana smentisce: “una panzana”

Secondo un’accusa che circolava in rete da un paio d’anni, ora smentita personalmente da Enrico Mentana, il giornalista avrebbe intervistato Beppe Grillo che sarebbe sceso dal panfilo Britannia nel 1992. È una bufala? Chi l’ha messa in rete?

Nel 2011 era apparso persino nel blog di Beppe Grillo un intervento intitolato “Mentana, rispondi!” a firma di Giovanni Sandi – titolare del sito signoraggio.net – che si rivolgeva direttamente al giornalista domandandogli di una sua intervista con la troupe del TG5 a Beppe Grillo risalente al 2 giugno 1992, quando il comico genovese sarebbe sbarcato dal tender del panfilo Britannia nel porto di Civitavecchia e avrebbe dichiarato che “erano state discusse cose molto interessanti”. Giovanni Sandi attestava di ricordare “perfettamente le immagini trasmesse”. La domanda conclusiva era più cauta, ma, al contempo, diretta: “Beppe Grillo era a bordo del panfilo Britannia il 2 giugno 1992?”

LE ACCUSE NEI CONFRONTI DI BEPPE GRILLO – Non avendo ricevuto né un’immediata risposta ufficiale da parte di Enrico Mentana né querele da parte di Grillo, Sandi ha continuato a riproporre il suo interrogativo, presentandolo sempre più come una certezza, giungendo a dire di essere stato “testimone oculare, a 20 metri di distanza”. A sostegno della sua ricostruzione nel 2012 è stata creata la pagina facebook “La Magagna Del Grillo – 2 giugno 1992 Britannia” che conta più di duemila iscritti, mentre la pagina signoraggista amministrata da Giovanni Sandi “1 milione di incazzati” ad oggi ne ha circa 6500. Una delle ultime accuse rivolte a Grillo è quella di “prendere l’ordine di manipolare l’opinione pubblica in cambio di informazioni riservate per ottenere enormi guadagni con le speculazioni di borsa” come dimostrerebbe per esempio il fatto di essere “sempre a conoscenza in anticipo dei fatti che sarebbero poi accaduti” come “il crack Parmalat”.

MENTANA E BONINO TESTIMONI? – Il 25 agosto 2014 le pagine riconducibili a Sandi hanno pubblicato due immagini. La prima mostra una dichiarazione attribuita a Mentana: “Il 2 giugno 1992 ero sulla banchina del porto di Civitavecchia con la trouppe (sic) del TG5 per una edizione speciale sulla riunione a bordo del panfilo inglese di Elisabetta II. Saranno state le 14:30, intervistai in diretta Beppe Grillo subito dopo lo sbarco dal motoscafo che lo riportò in porto”. La seconda invece attribuisce a Emma Bonino – “al microfono dell’unica troupe giornalistica del TG1 accreditata sulla nave” – la conferma che a bordo del Britannia vi sarebbe stato anche Beppe Grillo. Tuttavia, in mesi e mesi di accuse, non ci risulta essere stato pubblicato neppure un video o una registrazione audio dei telegiornali dell’epoca per dimostrare tali assunzioni. Però per confezionare un articolo-bufala ci vuole poco, basta lasciare al tam-tam della rete fare il suo corso: un articoletto del 27 agosto sul “blog satirico, a volte serio, spesso satirico” dal nome “L’osservatore politico – lavocea5stelle” presto è stato riportato anche su altri portali, per citarne alcuni: osservatorioglobale.it, destra.it, italian.irib.it, amplificato dai social network.

SMENTITE E REPLICHE – Evidentemente le accuse sono giunte alle orecchie dello stesso Enrico Mentana. Il giornalista ha smentito ufficialmente dalla propria pagina facebook: “Qualche mestatore imbecille ha rimesso in circolo la panzana secondo cui nel 1992 avrei intervistato Beppe Grillo che scendeva dal panfilo Britannia nel porto di Civitavecchia. Intervenga – se è possibile – chi è preposto a impedire la circolazione di notizie palesemente false sui social network. E riflettano tutti coloro che utilizzano Fb e Twitter per drogare la circolazione virale di bufale a scopo politico. E sono tanti”. Non si è fatta attendere la controreplica di Sandi che – assumendosi la responsabilità “civile e penale” delle sue affermazioni e sostenendo di avere prove di altri testimoni – ha definito Mentana “meschino, codardo” e “cialtrone”, rilanciando: “caro Mentana, a dire le puttanate su internet non siamo noi cittadini, siete voi, giornalisti”. Dal canto suo, Beppe Grillo già nel 2011 così aveva risposto alla domanda di Giovanni Sandi al termine di un comizio pubblico: “Mah, sarà stato Luigi Grillo, quello di Forza Italia”.

PER RICORDARE … LA VICENDA DEL BRITANNIA – Come mai è così importante l’episodio del Britannia? Per chi non lo sapesse, il Corriere della Sera di quei giorni riportava che sullo yacht della famiglia reale inglese si è tenuto un “convegno sulle privatizzazioni” cui erano stati invitati “cento uomini d’affari, economisti e opinion leader italiani”, tra i quali Mario Draghi e Innocenzo Cipolletta – che allora erano direttori generali, rispettivamente, del Tesoro e della Confindustria – Herman van der Wyck, presidente della Banca Warburg, e Jeremy Seddon, che era il direttore esecutivo della Barclays de Zoete Wedd. Oltre ad essi erano presenti i rappresentanti delle maggiori realtà imprenditoriali e bancarie italiane: “i presidenti di Eni, Ina, Agip, Snam, Alenia e Banco Ambrosiano, alti funzionari dello Stato e l’ex ministro del Tesoro Nino Andreatta.

FU VERO “COMPLOTTO” ? – La segretezza dell’incontro, nonostante lo stesso Corriere avesse pubblicato un breve resoconto dei principali interventi, ha alimentato a numerose letture, più o meno fondate, che vedono in quel convegno – tenutosi dieci giorni dall’uccisione del magistrato Giovanni Falcone nella strage di Capaci – un vero e proprio “complotto anglo-americano” per saccheggiare l’economia nazionale, mentre l’opinione pubblica era catalizzata dalle vicende di Tangentopoli/Mani Pulite che facevano emergere la corruzione della classe politica italiana. I cosiddetti complottisti sguazzano nelle ricostruzioni dietrologiche e contribuiscono a circondare di un’aura di mistero questo tipo di incontri, ma spesso le cose sono più palesi di quanto non si creda: è infatti innegabile che dopo il seminario sul panfilo Britannia si diede un forte impulso alle privatizzazioni. Ad esempio, dopo un mese, venne varato il Decreto Legge del 11 luglio 1992, n. 333, che trasformò in Società per Azioni le aziende di Stato IRI, ENI, INA ed ENEL, per poi procedere, l’anno successivo, alla dismissione di numerose partecipazioni detenute dal Tesoro italiano.