La versione di Michaela Campana (PD) sull’sms a Buzzi

Il nome della deputata Michaela Campana, non indagata, è stato tirato in ballo per un sms a Buzzi nell’inchiesta Mafia Capitale.

Campana rigetta le accuse e tutte le ricostruzioni sulla sua (presunta) subalternità all’uomo delle cooperative ed al Corriere afferma: “Chiamo un sacco di gente così da quando ero ragazzina. Ci sono decine di persone che possono testimoniarlo”.

Dell’sms spuntato dalle intercettazioni Michaela Campana chiarisce: “Non ho mai presentato quell’interrogazione e ho chiesto agli uffici della Camera di metterlo nero su bianco. La prova? Qualora l’avessi fatto non sarebbe stata rigettata, visto che altri (Ruocco e Fantinati, del M5S, ndr) l’hanno presentata negli stessi tempi e sulla base del medesimo articolo di giornale. Quell’interrogazione che Buzzi chiedeva non mi convinceva anche perchè il Tar si era già espresso contro l’appalto in questione e non mi sembrava corretto intervenire”.

Buzzi “E mò se me compro la Campana”

Su un un altro colloquio in cui Buzzi parla di 20 mila euro che dovrebbe dare per una campagna elettorale aggiungendo la frase: “E mò se me compro la Campana…” la deputata afferma: “Sarebbe bastato leggere la data della conversazione per capire che Buzzi non poteva riferirsi alla mia campagna elettorale. D’altronde, ero già stata eletta da tempo”.

Michaela Campana “Ozzimo tutore della legalità”

Sul marito, l’assessore Daniele Ozzimo, oggi indagato, Campana fa sapere: “Ora siamo separati. Cito Marino, che ha parlato di Daniele come di un ‘tutore della legalità’. E sono fiduciosa che riuscirà a dimostrare la sua totale estraneità ai fatti”. Campana non lascerà la segreteria del Pd. “Io penso solo a continuare a fare il mio lavoro, come ho sempre fatto”.