Renzi, l’immigrazione, il “piano B” e l’ambiguità delle frontiere

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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a margine dell’incontro bilaterale con il presidente messicano, è netto sulle emergenti e impellenti questioni riguardanti i flussi migratori di questi ultimi periodi. «L’Europa deve farsi carico di risolvere tutti insieme il problema dei migranti, e questo è il piano A, la soluzione preferita, migliore. Se così non sarà siamo capaci di affrontare da soli il problema e questo è il piano B».

Fastidio e una leggera patina di delusione traspaiono dalle dichiarazioni del premier, specie in riferimento agli ultimi comportamenti della Francia presso la frontiera di Ventimiglia. Le autorità transalpine stanno respingendo sistematicamente qualsiasi tentativo di attraversamento rimandando sul territorio italiano un corposo numero di migranti che da qualche giorno stazionano al confine tra i due stati.

«Quella degli immigrati è una vicenda complessa che si gestisce con la solidità di un Paese, il nostro, che non può consentire che la Francia abbia navi nel Mediterraneo e lasci i migranti in Italia», prosegue il segretario del Pd. Tuttavia, dall’Ue i toni rimangono abbastanza cauti o, al massimo, come nel caso del ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve, di aperto contrasto alla posizione italiana sulla questione: «Abbiamo avuto circa 8.000 passaggi e abbiamo fatto riammettere in Italia circa 6.000 migranti. Non devono passare, è l’Italia che deve farsene carico. Bisogna rispettare le regole di Schengen».

Proprio i trattati di Schengen e le risoluzioni ad essi collegate, leggasi ad esempio quella di Dublino, stanno creando un vero e proprio vespaio di ambiguità all’interno dei colloqui tra gli stati membri. Se da un lato Germania e Austria dichiarano di non aver «mai chiuso le frontiere a nessuno», dall’altro proseguono i blocchi preventivi alle dogane e presso i principali snodi ferroviari di confine.

Nel frattempo anche il ministro Angelino Alfano prende posizione schierandosi per una rigida applicazione dell’agenda Juncker che prevede l’immediata ridiscussione del sistema delle quote di collocamento e distribuzione dei migranti all’interno del territorio europeo.

 

Riccardo Piazza