Migranti, il leghista Sandro Zaffiri offende il prefetto Gabrielli: “Porco comunista, ti darei l’olio di ricino”

zaffiri accanto a matteo salvini

“Gabrielli un porco di un comunista al servizio del Pd attento che ti abbiamo segnato sul nostro elenco. Arriveremo. Olio di ricino te ne darei tanto“. Queste le odiose parole pronunciate in un post su Facebook contro il prefetto di Roma Franco Gabrielli da Sandro Zaffiri, vicepresidente leghista del Consiglio regionale delle Marche.

Gli insulti di Zaffiri arrivano contestualmente al caos generatosi nella periferia della Capitale in seguito all’apertura di un centro di accoglienza a Casale San Nicola, disposto proprio da Gabrielli. A nulla sono servite la replica e le giustificazioni arrivate successivamente dall’esponente del Carroccio il quale, dopo aver rapidamente eliminato il volgare contenuto ha tentato, senza successo, di rimediare: “Ho usato parole forti, è vero, ma dall’altra parte ci sono delle azioni, e io sto dalla parte del popolo, delle famiglie…Quando verranno dati 1.500 euro a un cieco, a un disabile italiano allora ne riparliamo. A Roma sono state compiute azioni gravissime nei confronti di chi contrastava il degrado. Chiedo scusa per le parole, ma chi mi ha votato vuole sentirsi dire la verità”. Facendo cenno agli episodi di Senigallia che coinvolsero il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha poi aggiunto:  “Noi siamo stati attaccati con le bombe carta, e c’erano famiglie con bambini. E c’erano anche gli assessori della giunta uscente”.  Mentre sul palese richiamo a pratiche fasciste ha replicato: “Non c’è nessun elenco…”.

Le reazioni della politica. Marino: “Parole inaccettabili”

Non hanno tardato ad arrivare lo sgomento e la solidarietà del mondo politico nei confronti del prefetto Gabrielli. Il primo cittadino della Capitale, Ignazio Marino, ha commentato le parole di Zaffiri con un tweet in cui sostiene che “le parole del vicepresidente del consiglio regionale delle Marche sono vergognose e inaccettabili“.

 

 

Indignatissimo il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: Le parole scritte sul profilo Facebook di Zaffiri non possono che essere condannate e stigmatizzate. Nessuno può permettersi di evocare pratiche fasciste, per di più se é un rappresentante delle istituzioni. É vergognoso e mi auguro possa quantomeno chiedere scusa al prefetto Gabrielli al quale va tutta la mia solidarietà e quella della giunta regionale per il lavoro che sta compiendo”.

Solidarietà anche dall’ex governatore dell’Emilia-Romagna Vasco Errani (“Minacce e ingiurie che non voglio nemmeno riprendere. Piena solidarietà al Prefetto”); da Gianluca Busilacchi, presidente del Gruppo consiliare Pd delle Marche (“Domani proporrò al Gruppo Pd una iniziativa formale, da portare in discussione nella seduta dell’Assemblea legislativa, per richiamare e condannare senza mezzi termini le parole indicibili e indecenti di Zaffiri. Non è fomentando violenza o odio che si risolvono i problemi degli italiani e dei marchigiani”).

Sempre da parte del Pd è intervenuta Debora Serracchiani, che ha dichiarato: “Un rappresentante delle istituzioni che evoca metodi squadristi e minaccia con espressioni da banda armata: è questa la Lega di Salvini?”. Ha poi aggiunto: “La degenerazione della polemica politica a insulto e aggressione verbale è già grave da parte di chi rappresenta il popolo, ma resuscitare l’olio di ricino e le liste dei bersagli è pericoloso per la democrazia. Inaccettabile poi che Zaffiri tenti di spiegare o giustificare le sue parole”. Completa il discorso della vicepresidente del Partito Democratico Camilla Fabbri – Pd anche lei – sostenendo che “Spiace dover ricordare al vicepresidente del Consiglio regionale che in Italia vige una Costituzione, nata dal sangue versato dalle cittadine e dai cittadini che hanno animato la Resistenza, e che questa Costituzione fonda il nostro Stato democratico… Per questo sarebbe meglio che egli evitasse di evocare pratiche che, come la somministrazione dell’olio di ricino, richiamano tristi stagioni storico-politico quale il ventennio fascista, dimostrando maggiore responsabilità istituzionale. Soprattutto sarebbe opportuno che egli rispettasse il lavoro portato avanti dal prefetto Gabrielli e da quanti, ogni giorno, cercano di garantire accoglienza ai tanti uomini e alle tante donne che, insieme ai bambini, fuggono da guerre, persecuzioni e povertà mettendo a rischio la loro vita nei viaggi della speranza in mare”.

Commenti indignati giungono anche dall’altra parte dello schieramento politico, con Fabrizio Cicchitto (Ncd), (“Comunque le parole del vicepresidente del Consiglio della Regione Marche sono tali da suscitare più stupore che indignazione. A meno che in una certa area politica non sia in atto una gara chi la spara più grossa”); o Francesco Giro, senatore di Forza Italia, che sostiene di essere “esterrefatto dalle minacce rivolte contro il prefetto”. Ha poi proseguito :”Dare del “porco” al prefetto della Capitale e minacciarlo è gravissimo. E se a farlo è addirittura una figura istituzionale come il vice Presidente del Consiglio di una regione italiana il fatto diventa intollerabile. Al prefetto di Roma Gabrielli voglio esprimere la mia solidarietà”.