Contro le elezioni, il libro a cui si ispirava Casaleggio

gianroberto casaleggio in primo piano con mano al mento

C’è un libro che Gianroberto Casaleggio consigliava a chi veniva a trovarlo nel suo ufficio di via Morone a Milano: si intitola “Contro le elezioni” ed è un saggio di David van Reybrouk.

Nel libro (qui un abstract) il noto intellettuale belga illustra una proposta radicale per combattere un trend che porta sempre meno persone a votare e a credere nella classe politica: abolire le elezioni e quindi non scegliere più con il  meccanismo elettorale i componenti del Parlamento. Un sorteggio, spiega nel saggio Reybrouk, determinerà chi avrà la responsabilità di scrivere le leggi dello stato.

In un’intervista rilasciata a Repubblica l’anno scorso, l’intellettuale spiega così il suo rigetto verso l’equazione voto uguale democrazia: “Le elezioni furono lo strumento con cui, durante le Rivoluzioni francese e americana, una nuova aristocrazia scalzò l’antica aristocrazia ereditaria. Ma sia Montesquieu sia Rousseau, memori della lezione di Aristotele, avevano insegnato che la procedura davvero democratica è un’altra, il sorteggio. Le ragioni pratiche per respingerlo non sono più insormontabili, a differenza dell’Ottocento, quando gran parte della popolazione era analfabeta, i registri delle nascite erano approssimativi e vaste regioni erano incontrollate. Inoltre sono tantissimi gli esperimenti partecipativi di successo, non solo per decidere dove piantare pannocchie e dove invece installare pale eoliche. L’Islanda, per esempio, ha trasformato la propria carta costituzionale attraverso la collaborazione di migliaia di cittadini che modificavano il testo un articolo alla volta”.

Casaleggio e Reybrouk, l’altro visionario

Le idee di Reybrouk non sono poi così distanti da quelle che aveva Casaleggio. E la piattaforma Rousseau resa operativa ieri ne è la dimostrazione. Per ora il sistema non è altro che una piattaforma di dialogo e gestione della partecipazione degli iscritti sulla scrittura delle leggi e il voto per la scelta delle liste elettorali o per dirimere posizioni all’interno del M5S”. In futuro potrebbe diventare lo strumento pensato da Reybrouk per scegliere i rappresentanti dello Stato.