Spagna, PSOE: dimette il segretario generale Pedro Sánchez

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PSOE: ufficiale, dimette il segretario generale Pedro Sánchez

Dopo la votazione del congresso federale (133 voti contrari e solo 107 a favore), è ufficiale: Pedro Sánchez dimette dalla carica di segretario generale del partito socialista. Sánchez termina il suo mandato da segretario generale dopo aver accumulato una serie di importanti sconfitte elettorali che hanno leso la sua leadership all’ interno dell’ organigramma socialista

Sánchez: orgoglioso di aver rappresentato il PSOE

Le prime parole, a caldo: “ho sempre creduto che il PSOE doveva offrire una alternativa; disgraziatamente, nella passata legislatura non è stato possibile.” Rimarca l’importanza della base militante, che avrebbe dovuto prendere la decisione. In ogni caso, Sánchez chiude affermando che è stato un grande orgoglio e onore.

Susana Díaz pronta a rilevare Pedro Sánchez

L’ influente leader del PSOE di Andalucía, Susana Díaz, è la candidata maggiormente indiziata per il dopo-Sánchez. Ma il partito rimane spaccato, e non si sono fatte attendere le manifestazioni in Calle Ferraz (Madrid) a sostegno del segretario uscente. Oltre ai militanti del PSOE, anche molti simpatizzanti e votanti della coalizione Unidos Podemos, formata dal partito di Pablo Iglesias, Podemos, e il partito d’ ispirazione comunista, Izquierda Unida. Vari mezzi di comunicazione hanno già parlato di “golpe”.

PSOE: dimissioni Sánchez erano nell’ aria

Le ultime settimane sono state fatali per l’ ormai ex segretario Pedro Sánchez, che non è riuscito a reggere l’ ennesima disfatta elettorale – questa volta nelle comunità autonome di Galicia e País Vasco -. Dopo le prime critiche giunte da alti esponenti del partito, pochi giorni fa è arrivato l‘ammutinamento di 17 membri del consiglio federale.  Sánchez ha cercato di resistere il più possibile ma – alla fine – ha dovuto rinunciare alla carica di segretario generale. Si aspettano le reazioni degli altri partiti. Nell’ ottica della formazione di un nuovo governo, l’ opzione che premia il Partido Popular di Mariano Rajoy – attraverso l’astensione dei socialisti – sembra sempre più credibile.