Referendum: la sfida si sposta in Piazza del Popolo

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Referendum: la sfida si sposta in Piazza del Popolo

Dalla televisione alla piazza. A quasi un mese dal referendum, la sfida tra “Sì” e “No” cerca il confronto diretto con gli elettori. A fare una rassegna degli eventi organizzati dai due fronti è Repubblica. Il quotidiano romano parte dal Sì che, oggi pomeriggio, radunerà i suoi a Piazza del Popolo, a Roma. “La piazza è del Popolo” è il nome della manifestazione del Partito Democratico per il “Sì ad un’Italia più forte, a un’Europa più giusta”. Secondo il vicesegretario dem, Lorenzo Guerini, nella Capitale, saranno in circa 50.000 alla kermesse che comincerà alle ore 14. Se il premier Matteo Renzi concluderà la manifestazione, la minoranza Pd non sarà della partita. Come riporta Repubblica, l’ex capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, ha declinato l’invito così come Gianni Cuperlo.

Referendum: la sfida si sposta in Piazza del Popolo

In questo sabato d’autunno scenderà in campo anche il No con due fronti. Da un lato, gli impegni promossi dal comitato di Gustavo Zagrebelsky in tutta Italia, dall’altro gli studenti per il No in piazza. Secondo il quotidiano di Mario Calabresi, è probabile un flash mob del No proprio anche a Piazza del Popolo.

Non mancheranno, poi, le convention. Mentre l’Anpi organizza la staffetta di ventiquattr’ore per il “No” il 4 e 5 novembre, il Sì parlerà della riforma alla Leopolda. Quindi, il 9 novembre, saranno i sindaci per il Sì a parlare agli elettori: tra questi anche il sindaco di Verona, Flavio Tosi.

Poi, i tour dei leader in stile elezioni politiche. Come ricorda l’Ansa, dopo i viaggi a due ruote di Alessandro Di Battista e di Roberto Giachetti, anche Matteo Salvini girerà l’Italia. In stile veltroniano e renziano, il leader della Lega andrà in tour con il camper dal 13 novembre.

Altro tipo di scontro tra Sì e No è quello canoro. In queste settimane, politici favorevoli e contrari, ospiti della trasmissione Karaoke rock bike su Radio Rock 106.6, reinterpretano brani della musica italiana. Gli ultimi “cantanti” sono stati i sindaci di Firenze, Dario Nardella, e di Napoli, Luigi De Magistris.

Mentre la campagna elettorale scende in piazza, ieri sera, su La 7 c’è stato un nuovo confronto pre referendum. Ospiti di Enrico Mentana, Matteo Renzi e Ciriaco De Mita in un vero e proprio scontro generazionale. “E’ una riforma frettolosa poco motivata, scritta male” ha attaccato De Mita, dando una stoccata anche sul Senato delle Regioni. “Io avrei tolto il Senato o lo avrei fatto con i notabili” dice il sindaco di Nusco facendo riferimento al “patrimonio culturale che si esprime in una comunità e dà consigli”.

E ancora, la scure di De Mita si è abbattuta sui costi della politica. Per l’ex segretario Dc, “È antiestetico mettere tra i punti della riforma. La riduzione dei costi della politica queste cose si fanno, non si enunciano”. La risposta di Renzi non si è fatta attendere. Per il premier, la riforma è “stata ampiamente discussa, è stata attesa nel dibattito politico da 35 anni, si sono fatte 3 bicamerali e De Mita ha partecipato ha tutte e 3, tutte e tre fallite”.

Il premer, dunque, ha spostato lo scontro sul debito pubblico accumulato a partire dagli anni Ottanta. “In quel decennio li avete fatto la cicala costringendo noi a fare la formica” ha detto il segretario del Pd.

“Mi dispiace che non hai letto la riforma” ha proseguito Renzi, respingendo “la lettura di De Mita” sul modo in cui essa è stata approvata. Per l’ex premier, le riforme “non si fanno a maggioranza”.  “Nel processo costituente la proposta era larga, ora prima si trova la maggioranza poi si scrive la norma”, ha aggiunto. Lapidaria la replica di Renzi. “Non abbiamo messo la fiducia sulla riforma, sono balle” ha sostenuto il presidente, aggiungendo che “dire questo vuol dire che siamo immersi in un mare di bugie sulla riforma istituzionale”.