Sondaggi politici SWG, intercettazioni: pubblicarle o no?

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Sondaggi politici SWG, intercettazioni: pubblicarle o no?

L’ultimo sondaggio pubblicato dall’istituto SWG ci parla di intercettazioni. Un tema scottante che ritorna ciclicamente, in funzione dello scandalo di turno. SWG chiede agli intervistati se si trova molto o abbastanza d’accordo con le tre affermazioni proposte. La prospettiva è quella della relazione con i mezzi di comunicazione. È giusto o sbagliato diffonderle? Ecco cosa ne pensano gli intervistati.

Sondaggi politici, intercettazioni: larga maggioranza propende per ‘via di mezzo’

Una larga maggioranza del campione si ritrova d’accordo nel pubblicare solo e unicamente le intercettazioni pertinenti alle indagini. Oltre 7 italiani su 10 si dimostrano molto o abbastanza d’accordo con questa affermazione. Il diritto alla privacy è tenuto in alta considerazione, stando a questo sondaggio. Di fatti, solo un 25% si esprime favorevolmente per la massima libertà di diffusione delle intercettazioni; in questa risposta, si includono anche intercettazioni non rilevanti ai fini giudiziali. Incrociando queste risposte, si evince che una buona parte degli italiani tenga in alta considerazione la privacy (come già affermato anteriormente) e distingue tra sfera pubblica e privata.

Sondaggi politici SWG, intercettazioni: nel segno del ricordo

Proprio questa diatriba sulla relazione tra profilo pubblico e vita privata fu al centro del dibattito durante l’era Berlusconi; in particolare, i suoi ultimi anni – marcati dal Bunga Bunga e dal Caso Ruby – sono stati particolarmente tormentati dalla diffusione di audio compromettenti. Alcuni di questi, non furono propriamente essenziali per la risoluzione del caso. Il materiale, però, risultó estremamente attrattivo per i mezzi di comunicazione, i quali intravidero l’opportunità lucrativa.

Sondaggi politici SWG: una metà sarebbe totalmente contraria alla diffusione delle intercettazioni

Proprio un 50% si trova abbastanza o molto d’accordo con la tesi opposta, ovvero: vietare del tutto la pubblicazione delle intercettazioni. È evidente che chi ha risposto positivamente a questa affermazione, non rientra nel 25% che opta per la massima diffusione. Ciò che si può trarre da questo sondaggio, come indicazione importante, è il rispetto della privacy e la differenza tra sfera pubblica e privata, sostenuta dal campione.

Nota metodologica: rilevazione eseguita tra il 13 e il 15 marzo. Metodo di rilevazioni misto CATI-CAWI su un campione di 1500 soggetti maggiorenni sul territorio nazionale.