Crescita Italia, quella strana ripresa, lentissima e senza accelerazioni, i dati

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Crescita Italia, quella strana ripresa, lentissima e senza accelerazioni, i dati

E’ di nuovo “segno più”. Gli ultimi dati dell’ISTAT di fatto confermano le stime della commissione Europea per il 2017. Tra il primo trimestre 2017 e l’ultimo 2016 vi è stata una crescita del 0,2%; annualmente, a confronto del primo trimestre 2016 significa un +0,8%.

In linea con le previsioni che vogliono un 2017 che non andrà oltre il +0,9% e un 2018 che forse toccherà finalmente il +1%.

Come ormai da 25 anni a questa parte è una delle crescite più bassa d’Europa. In questi anni la più bassa, anche nei confronti della Grecia per esempio.

La particolarità però è il ritmo della ripresa. Sembra ci sia come un peso, una forza che tiene ancorata la nostra crescita verso il basso. Che non permette quella accelerazione che è normale in questi casi, dopo anni di crisi.

Crescita Italia, ripresa a passo di lumaca

Dall’emersione dalla recessione, nel 2013, la crescita è stata costante e debolissima. Come vediamo dal seguente grafico ISTAT, vi è un andamento particolarmente curioso.

Diventa ripido quando è verso il basso, ma soprattutto nel’ultimo periodo è lentissimo nella risalita.

Se ci ricordiamo bene tra 2005 e 2008, in un periodo in cui pur ci si lamentava della debole crescita, questa era più veloce di oggi. Allo stesso modo il ritmo era maggiore anche nel breve rimbalzo tra metà 2009 e metà 2011.

Di fatto in questi quasi 4 anni di ripresa, i primi senza ricadute, non siamo ancora riusciti a risalire oltre i valori del 2012. Che a loro volta non sono superiori a quelli del 2009, molto sotto il picco del 2008.

La ragione sta nel fatto che i balzi ogni trimestre sono stati timidissimi, lo vediamo di seguito. Crescite trimestre su trimestre inferiori sempre allo 0,4%, mentre quando c’era il segno meno si arrivava anche al punto intero.

Senza contare le volte in cui l’encefalogramma, per così dire, è rimasto piatto, con crescita zero.

E poi, ancora, non c’è alcuna accelerazione, come ancora nel 2014 e 2015 si immaginava. Il ritmo di crescita si è stabilizzato ormai, incapace di aumentare.

Crescita Italia, il solito confronto impietoso con la Spagna

E’ ormai da un paio d’anno che ci si è accorti della performance di uno dei PIIGS, la Spagna. Che pareva avere subito uno dei colpi peggiori dopo la Grecia, in realtà si sta riprendendo più di noi.

La differenza con l’Italia è evidente nel seguente grafico dell’istituto di statistica spagnolo. Dall’inizio del 2013 alla fine del 2015 vi è stato un aumento costante del tasso di crescita annuale. Che è divenuto positivo nello stesso momento dell’Italia, ma che poi ha accelerato fino a un +3,6% a fine 2015. Un valore che non abbiamo visto in Italia dal 2000 almeno.

 

C’è stato poi un rallentamento, più che scusabile a questi livelli, considerando che non si è comunque scesi oltre un +3%. Trimestre su trimestre non si è andati al di sotto di un +0,7%, e il +0,8% del primo trimestre 2017 appare essere il quadruplo del +0,2% italiano.

Sia Italia che Spagna hanno dovuto interrompere e portare a zero la crescita della spesa pubblica, non è questo un driver ormai. Piuttosto la Spagna ha goduto di un aumento delle esportazioni e degli investimenti che l’Italia non ha potuto avere. Nonostante i luoghi comuni sulla forza del nostro made in Italy.

Ma forse il lato peggiore di questa storia è che non c’è una soluzione chiavi in mano. La crescita a passo di lumaca appare ormai iscritta nel DNA del Paese.