Sondaggi politici: quasi nessuno approva il decreto salva banche

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Sondaggi politici: quasi nessun italiano approva il decreto salva banche

Ha fatto e farà discutere per molto, il decreto salva banche che permetterà a Banca Intesa di acquistare, al prezzo simbolico di un euro, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Il decreto mobilita, ne complesso, 17 miliardi di euro. Meno di una terza parte sarà utilizzata nell’immediato (all’incirca 5 miliardi di euro). La transizione di Veneto Banca e BPVI all’interno di Banca Intesa dovrà passare per una serie di fasi distinte, ognuna delle quali prevede l’intervento – più o meno diretto – dello Stato. Secondo Padoan, si salvano – in questa maniera – 50 miliardi di risparmi e oltre 200.000 aziende. Tuttavia, a nulla servono queste giustificazioni per ottenere l’approvazione degli italiani.

Sondaggi politici Voices: solo il 3% approva il decreto salva banche

Stando all’analisi effettuata da Voices from the Blogs (operante nel nuovo settore dei big data). Appena il 3% degli italiani è favorevole al decreto salva banche. Un 71%, invece, si esprime in maniera totalmente negativa. Rimane un 26% che non giudica apertamente la manovra. Quali sono, nello specifico, le ragioni  del “gran rifiuto” verso il decreto salva banche?

Sondaggi politici Voices: una mano ai banchieri e a pagare sono sempre i contribuenti

La prima ragione – per distacco -stando al sentiment analizzato in rete attraverso i big data, è l’aiuto ai banchieri. Il 36,4% “cassa” in questa maniera il decreto salva banche. A seguire, ci sono una serie di motivazioni quasi appaiate e direttamente relazionate. ovvero: a pagare sono i contribuenti (13,9%), mentre i veri colpevoli ne escono impuni (13,6%). A seguire, si pone l’accento sull’incoerenza del governo (12%). Secondo un 11,5% di coloro che di ritengono contrari alla manovra, afferma che quei soldi (17 miliardi) sarebbero potuti andare altrove (molti parlano dell’aiuto economico nelle zone terremotate).

Sondaggi politici Voices: due ragioni per dire ‘Si’

Il ventaglio di motivazioni per dire ‘si’ al salva banche è decisamente più limitato. La gran maggioranza – il 69,5% del 3% di favorevoli sul totale – assicura che sia stata una manovra giusta per evitare ripercussioni sul sistema di credito. Un altro 25,7% la considera necessaria per tutelare i risparmi dei correntisti.