Rinnovo contratto statali: torna a parlare la Madia, il punto della situazione

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Rinnovo contratto statali: torna a parlare la Madia, il punto della situazione.

La pausa estiva è arrivata. E sul rinnovo contratto statali le trattative riprenderanno il 28 agosto. I sindacati hanno lodato l’impegno del Ministero della Pubblica Amministrazione nel voler riaprire dal comparto centrale, con 3 tavoli tematici contemporaneamente. Dall’ultimo incontro di mercoledì 2 agosto non sono emersi punti chiave. Né si è intravisto uno sblocco della situazione. Piuttosto, come previsto, è stato rimandato tutto a fine agosto. E anche in quel periodo si prevede un allungamento della tempistica. Si attende infatti l’ufficializzazione delle risorse economiche per poter parlare di aumenti veri e propri. Il ministro Madia ha però voluto rassicurare tutti su Twitter.

Rinnovo contratto statali, parla Madia

Il Ministro della Pubblica Amministrazione ha infatti auspicato che il nuovo contratto si chiuda entro l’anno. Inoltre, si è segnalata un’utente su Twitter che si lamentava di come il Governo insistesse più sui risparmi garantiti dal blocco stipendiale piuttosto che sul ruolo dell’insegnante. Il più bistratto in Europa dal punto di vista economico e sociale. La replica del Ministro è stata lapalissiana: “Stipendi bloccati da Governo Berlusconi (2010). Nei Mille Giorni abbiamo lavorato per consentire rinnovo contratto. Auspico firma entro l’anno”.

I tweet del ministro Madia hanno dunque rassicurato le parti interessati sul rinnovo contratto. Bisognerà concludere entro l’anno affinché i primi aumenti stipendiali vengano inoltrati i primi giorni di agosto. Purtroppo, mancano ancora certezze sotto l’aspetto tempistica. L’intenzione è quella di chiudere entro ottobre o novembre.

Rinnovo contratto statali: il punto della situazione

Infatti, non sono attese grandi novità a fine agosto e a settembre. Al momento, mancano ancora le garanzie di copertura economica necessarie per affrontare i nodi principali. Questi non riguardano solo gli aumenti medi di 85 euro lordi. Ma anche il bonus Renzi di 80 euro da non sacrificare. Un azzeramento di quest’ultimo porterebbe di fatto a un annullamento degli aumenti stipendiali.

Il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, ha affermato che “ci sono segnali incoraggianti rispetto agli impegni presi dal governo nell’accordo con i sindacati del 30 novembre”. Inoltre, “ci sono le condizioni affinché, con la prossima manovra, vengano stanziate le risorse per un aumento di 85 euro al mese”.

Le trattative riprenderanno a fine agosto, più nel dettaglio, il 28 di questo mese. “Con un nuovo tavolo generale, rivolto a tutti i comparti. Il 31 agosto si avvierà il tavolo telematico per le funzioni centrali, gli statali in senso stretto, che ha per oggetto i rapporti di lavoro. Incluse le sanzioni disciplinari”.

Rinnovo contratto statali: i nodi da sciogliere

Come scrivevamo in precedenza, sugli aumenti stipendiali il nodo principale da sciogliere sarà quello del bonus Renzi. Gli aumenti lordi scaglionati, infatti, dipenderanno dalle fasce di reddito. Gli incrementi più alti li avranno i soggetti più penalizzati in questi anni di blocco contrattuale. Per i sindacati, 85 euro è solo una base da cui partire, ma l’impressione è che l’aumento non salirà né scenderà rispetto a quella cifra. Inoltre, il settore della scuola, come ha denunciato anche l’Anief, necessiterebbe di incrementi maggiori.

Evitare il sacrificio del bonus Renzi è priorità del governo. Come ben saprete, il bonus si annulla quando il soggetto che lo riceve supera i 26 mila euro all’anno di reddito. Dati alla mano, sono circa 300 mila gli statali che ricevono il bonus di 80 euro. E secondo i calcoli, servirebbero 200-300 milioni di euro di copertura per garantire il non-sacrificio del bonus.

Prima ancora del bonus Renzi, mancano però le risorse necessarie a garantire gli aumenti di 85 euro lordi. Risorse che dovrebbero essere inserite nella prossima manovra. Al momento mancherebbero 1,2 miliardi di euro, che si aggiungerebbe agli 1,8 miliardi già stanziati. Nella cassaforte delle risorse dovranno poi entrare circa 2 miliardi da Regioni e Comuni. Insomma, il rinnovo contratto e stipendi si farà entro la fine dell’anno. Ma l’autunno che si prospetta sul fronte statali è a dir poco caldo. E non esente da timori.

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