Rinnovo contratto statali e scuola: sblocco lontano, Anief vuole referendum

Rinnovo contratto statali, sblocco lontano, Anief chiede referendum

Rinnovo contratto statali e scuola: sblocco lontano, Anief vuole referendum.

Continuano i dubbi e i sospetti da parte dei sindacati sulle vere intenzioni del Governo. Stiamo parlando di rinnovo contratto statali e scuola, oltre all’auspicato aumento degli stipendi. E i dubbi e i sospetti sono stati ben incalzati dalle parole del vice ministro dell’Economia Enrico Morando. Che in un’intervista al quotidiano La Repubblica, ha messo nero su bianco su quali siano le reali priorità del governo. No ad altri interventi sulle pensioni, e lo sblocco dei contratti? Le priorità sono i giovani e i lavoro: ovvero, introdurre i giovani nel mondo del lavoro nel nostro Paese. E i sindacati, a questo punto, hanno teso le orecchie. Che il blocco degli stipendi e dei contratti possa estendersi per un effettivo decennio ancora? Sul fronte scuola, invece, Anief continua a chiedere un referendum sulla questione.

Rinnovo contratto statali: le parole di Morando

Le risorse per tutto non ci sono. Si potrebbe riassumere così l’intervista di Morando a Repubblica. Il vice di Padoan ha chiuso a nuovi interventi sulle pensioni. “Sulla previdenza abbiamo varato un intervento significativo lo scorso anno. Sarebbe un errore scegliere come priorità la previdenza rispetto all’occupazione giovanile”. Come fatto l’anno scorso, per l’appunto. Il focus di quest’anno sarà invece su “pochi e qualificanti obiettivi”. Tra questi, cita Morando, l’occupazione giovanile, il reddito di inclusione attiva, la crescita degli investimenti pubblici.

E il rinnovo contratto statali e scuola? Lo sblocco degli stipendi? Nell’elenco sono priorità non annoverate. Il che mette in apprensione non solo le parti direttamente interessate, ma anche i sindacati. Che a fine mese saranno richiamati a discutere con il governo attorno al tavolo delle trattative. Morando ha in testa però l’occupazione giovanile. Con la possibilità del “taglio del 50% del cuneo fiscale e contributivo per i primi due anni a favore di chi assume giovani fino a 30 anni e anche un po’ oltre”. Con un contratto a tempo indeterminato, naturalmente.

Rinnovo contratto statali: Anief chiede referendum

Al centro delle discussioni sul rinnovo contratto, c’è anche la scuola, ovviamente. Due petizioni sono già state firmate da migliaia di docenti. Da un lato la richiesta di equiparare gli stipendi degli insegnanti italiani a quelli dei colleghi europei. Dall’altra, quella di pareggiare le retribuzioni per insegnanti della scuola primaria e quelli della scuola secondaria e università. Se quest’ultimo punto risulta piuttosto controverso e non prende le lodi di tutti, come è lecito immaginarsi, il primo è un nodo importante. Ed è su questo che l’Anief sta spingendo i più. Considerando che quella del docente è la professione a più alto rischio di burnout. E che ci sono pochissime risorse economiche e umane a cui gli insegnanti possono attingere per migliorare la propria condizione.

Il presidente del giovane sindacato Marcello Pacifico ha invitato a non sottoscrivere qualunque accordo pur di avere un aumento. Gli insegnanti dovrebbero avere un aumento di minimo 210 euro, visto il blocco contrattuale degli ultimi anni. Non gli 85 euro previsti dal governo, quindi, giudicati un “contentino”, o meglio, un “aumentino”. Tutte queste questioni hanno condotto Pacifico a chiedere un referendum per coinvolgere le parti interessate direttamente e farle intervenire sulla problematica.

Rinnovo contratto statali: il nodo delle risorse

 

La mancanza delle risorse resta il principale nodo da sciogliere. Senza quelle, sarà difficile garantire a tutti l’aumento medio di 85 euro lordi mensile. Oltretutto, sarà ancor più complicato farlo cumulare con il bonus Renzi di 80 euro. Al momento, senza risorse, l’unica soluzione possibile sembra il sacrificio di quest’ultimo. Ma ovviamente sindacati e dipendenti statali non ci stanno. Per chi percepisce redditi più alti, il superamento (di poco) di 26 mila euro annui significherebbe aumenti di appena 5 euro. Una boutade, senza dubbio. Una soluzione che non lo è, vista la situazione di blocco da quasi 10 anni.

Nel frattempo, però, il governo ha sbloccato le assunzioni. Forze dell’ordine e personale scolastico. Una strizzatina d’occhio in vista delle elezioni? O un contentino per compensare qualcosa di promesso, ma che alla fine mancherà? Fine agosto è vicina e a breve ne sapremo sicuramente di più.

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