Conto corrente: controllo fiscale senza preavviso, Cassazione lo consente

Conto corrente: accertamento fiscale senza preavviso, i casi in cui Cassazione lo consente

Conto corrente: controllo fiscale senza preavviso, Cassazione lo consente.

Il controllo fiscale sul conto corrente senza preavviso diventa possibile. Lo ha stabilito la Cassazione. Determinando anche i casi in cui si può verificare questa possibilità. Il fatto è di ampia discussione e se ne parla da diverso tempo. Sulla questione c’è stata poca chiarezza, ma la nebbia è diradata da una nuova ordinanza depositata dalla Cassazione. Il preavviso è una questione molto delicata e particolarmente avvertita dai contribuenti. Questi ultimi vorrebbero infatti evitare cause e le conseguenti spese processuali. Al fine di difendersi attraverso la presentazione di documenti che testimonino la correttezza del proprio comportamento fiscale. Questa ultima ipotesi è incoraggiata da tutti quei contribuenti che, in conseguenza di un controllo fiscale, hanno il tempo – previo preavviso – di preparare i documenti necessari. E giustificare il proprio comportamento all’Agenzia delle Entrate. Ma la recente ordinanza della Cassazione ha di nuovo rovesciato le carte in tavola.

Conto corrente: controlli senza preavviso, in quali casi?

Come riporta LaLeggePerTutti, e stabilisce la Cassazione, “in determinati casi l’Agenzia delle Entrate può emettere accertamenti fiscali senza preavvisare il contribuente”. Evitando così quella fase di confronto definita “contraddittorio preventivo”. Ma quali sono i casi in cui il controllo fiscale sul conto corrente senza preavviso è permesso? Ciò avviene per quanto riguarda i tributi riscossi dall’erario. È dunque il caso di Irpef e Irap. Il preavviso e il conseguente confronto tecnico sono invece permessi quando si tratta di tributi armonizzati (ad esempio, l’Iva). Oppure nell’eventualità di accertamenti effettuati tramite studi di settore e redditometro.

In parole povere, questo significa che i contribuenti potranno ricevere controlli fiscali sul conto corrente senza preavviso in tutti quei casi in cui non abbiano pagato (tutte) le tasse. Oppure abbiano usufruito di detrazioni non spettanti. Per opporsi al controllo, il contribuente non sarà più soggetto a un confronto preventivo. Bensì dovrà fare causa e, di conseguenza, pagare le spese legali.

Conto corrente: controlli con preavviso, in quali casi?

Ovviamente restano in piedi quei casi in cui è possibile il contraddittorio preventivo. Ovvero quelle eventualità in cui il contribuente può difendersi presentando documenti di prova. I casi appena citati corrispondono ai seguenti:

In questi tre casi, i contribuenti avranno diritto a un preavviso e a un confronto con l’Agenzia delle Entrate per spiegare con chiarezza le ragioni che allontanino i sospetti.

Accertamenti fiscali su conto corrente: versamenti sotto la lente del Fisco

La questione degli accertamenti fiscali non finisce qui. La Corte Costituzionale aveva condannato il cosiddetto “prelevometro”. Ovvero il sistema che ragionava sulla maggiore redditualità del contribuente in base ai prelievi. Una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che la condanna della Corte riguardava solo i prelievi, ma non dai versamenti. In breve, questo significa che i versamenti sono ancora sotto la lente del Fisco. E possono far insospettire l’Agenzia sulla effettiva redditualità del contribuente. Da qui la possibilità di effettuare accertamenti fiscali relativi a un reddito maggiore non dichiarato.

Se dovesse partire l’accertamento fiscale per questa eventualità, il contribuente sarebbe chiamato a un accertamento fiscale con preavviso. Durante questo lasso di tempo e prima dell’accertamento fiscale vero e proprio, il soggetto sarà chiamato a provare analiticamente la correttezza del suo comportamento.

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