Consumi italia, come sono cambiati negli anni, male i giovani e i genitori, bene gli anziani

Consumi italia, come sono cambiati negli anni

La crisi, anche se sulla carta ormai finita, ha lasciato segni strutturali nell’economia italiana, non solo nei redditi, ma anche in ciò che da essi dipende, ovvero i consumi. Che in Italia ancora non hanno raggiunto i livelli pre-crisi.

Si tratta un cambiamento che trova le proprie radici nelle diverse condizioni occupazionali, soprattutto dei giovani. Costretti a contratti di lavoro più precari che non consentono spese di lungo periodo come case o automobili, ed è quindi cresciuto il peso di piccoli acquisti, legati anche al tempo libero. Più ristoranti e meno vestiti, per esempio. I nuovi consumi però non hanno compensato l’assenza di quelli vecchi.

Vediamo le differenze tra i consumi oggi e allora in base alla categoria demografica. Aumentano solo quelli degli anziani, +14,3% per chi è da solo over 64 e +12,2% per chi è in coppia alla stessa età.

Al contrario le coppie con un figlio hanno rinunciato al 7% delle spese, così come quelle senza figli ma con meno di 35 anni. Male anche i genitori di più di due figli, -5,6%

Consumi Italia, -28,7% per gli operai

Le differenze sono ancora più ampie considerando le condizioni lavorative. Gli operai consumano il 28,7% in meno. Si tratta di tutti coloro che sono impegnati in professioni manuali, basti pensare ai tanti magazzinieri della logistica, settore in boom. La compressione dei salari proprio nelle mansioni che sono più richieste si fa sentire se calano i consumi anche di impiegati e dirigenti, del 19,8%.

Anche i disoccupati spendono meno, forse mancando l’aiuto di altri familiari che lavorano.

E’ andata meglio a imprenditori, liberi professionisti, lavoratori in proprio, con un progresso del 7%. Ricordiamo però che tra questi la crisi economica ha picchiato duro, ed evidentemente i padroncini o gli artigiani che hanno resistito sono i più benestanti.

Non stupisce poi l’aumento dei consumi tra i pensionati, +4,4%, coloro che hanno sofferto meno la recessione

A livello regionale è la Calabria quella che ha sofferto di più il calo dei consumi, – 18,1%, poi Umbria, Sardegna, Marche.

Al contrario tra le poche in cui vi è stato un aumento vi è il Trentino Alto Adige, l’area che più è andata in controtendenza anche a livello occupazionale. E poi il Molise e la Basilicata. Sono regioni con popolazione in calo e anziana. Può quindi non stupire che laddove ci siano più pensionati ci sia stata meno crisi. Benino anche la Toscana con +3,3%. La Lombardia è andata meglio della media nazionale con un -1%, così come, a sorpresa, la Campania.

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