Elezioni 2018: ultime notizie: Salvini premier, Tajani conferma l’indiscrezione

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Elezioni 2018: ultime notizie: Salvini premier, Tajani conferma l’indiscrezione

È terminato ieri il primo giro di consultazioni; ancora nessuna indicazione per la formazione di una maggioranza. La prossima settimana i maggiori partiti verranno riconvocati al Colle; tuttavia, se nessuno si staccherà dai blocchi ben poco è destinato a cambiare. Infatti, i Dem si sono dichiarati indisponibili rispetto a qualsiasi alleanza; Movimento 5 Stelle e Forza Italia si sono esclusi a vicenda; la Lega sosterrà soltanto un governo sostenuto da tutta la coalizione di centrodestra.

Certo, in ballo c’è la possibilità di veder nascere un asse giallo-verde ma a quel punto a Salvini toccherebbe fare il vice-Di Maio; se il leader del Carroccio ricucisse il rapporto con Berlusconi, invece, gli si potrebbero spalancare le porte di Palazzo Chigi. Da Forza Italia non si perde occasione per ricordarglielo.

Per esempio, l’ha fatto Antonio Tajani in una recente intervista ad Affari Italiani: “Come abbiamo detto al Quirinale, dobbiamo partire da un governo di Centrodestra, vedere chi ci sta. Certamente non possiamo accettare veti e non possiamo accettare preclusioni. Quindi se qualcuno li pone noi non possiamo fare un governo con chi metti veti sulla nostra presenza. Sarebbe un controsenso”; e, appunto, sul premier: “deve essere il segretario della Lega. Berlusconi ha parlato del leader del partito che ha preso più voti all’interno della coalizione di Centrodestra”.

Elezioni 2018: ultime notizie: Salvini premier, Tajani conferma l’indiscrezione

Mattarella farà passare qualche giorno in modo che i partiti possano valutare eventuali convergenze programmatiche; un po’ di tempo “sarà utile anche a me per analizzare e riflettere su ogni aspetto delle considerazioni fatte dai partiti” ha, inoltre, aggiunto il Presidente della Repubblica nel suo intervento post colloqui.

Una cosa è certa, alla ripresa delle consultazioni, saranno di nuovo pentastellati e Carroccio a tenere banco. Da parte sua, Mattarella non si è esposto più di tanto: l’uno e l’altro partito sono uguali. Intanto, al Quirinale interessava chiarire che il prossimo governo manterrà l’Italia nell’Ue, nell’Euro e nella Nato, per il resto, la Lega ha il vantaggio di essere sostenuta da una coalizione. D’altra parte, Di Maio è convinto di riuscire a trovare i numeri per governare grazie al “contratto di governo” che proporrà non solo alla Lega (senza Berlusconi) ma anche al Pd (a tutto il Pd).

A questo punto, però, bisogna valutare in primis l’atteggiamento del Pd e poi il serrato confronto tra Salvini e Berlusconi. Innanzitutto, pare di capire che una parte (minoritaria) dei Dem sia disposta almeno ad ascoltare le proposte del leader pentastellato; d’altra parte, tranne nel caso in cui si opti per un “Governo del Presidente“, il posto del partito di certo è all’opposizione. In secondo luogo, rimane tutta da verificare la tenuta della coalizione di centrodestra; Berlusconi teme le fughe in avanti di Salvini verso i 5 stelle.

Quindi, da Forza Italia si assicura il posto da premier al leader del partito che ha preso più voti ma, il messaggio è chiaro, se Salvini vuole Palazzo Chigi o porta Di Maio allo stesso tavolo dell’ex cavaliere o cerca i voti da un’altra parte.

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