Andrés Iniesta e quell’effimera illusione di vederlo giocare per sempre

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Andrés Iniesta e quell’effimera illusione di vederlo giocare per sempre.

Quando vedi giocare Iniesta capisci cosa significa innamorarsi del calcio. Un giocatore straordinario, un illusionista che ha insegnato calcio a tutti e ha dettato legge in quel centrocampo che nessuno avrebbe mai potuto sottrargli. Un calciatore che ha vinto tutto, sia con il Barcellona che con la Spagna, alzando innumerevoli trofei, uno dopo l’altro. La sua classe infinita lo ha reso immortale, fino all’annuncio del suo ritiro.

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Don Andrés Iniesta: la carriera di un fuoriclasse

Un giocatore a tutto tondo, con il pallone tra i piedi regala spettacolo, trasforma un semplice passaggio in un capolavoro. Tutto ciò lo ha reso uno dei migliori giocatori della storia del calcio spagnolo, uno dei più forti centrocampisti degli ultimi 20 anni. Ha vestito nelle giovanili per 2 stagioni la maglia dell’Albacete e dal 1996 al 2000 quella del Barcellona, approdando nel Barcellona B lo stesso anno. Dal 2002 ad oggi ha vestito una sola maglia, quella dei blaugrana, squadra che ha visto innumerevoli campioni giocare, combattere e vincere trofei. Tutti in questi anni però, erano al cospetto di “Don Andrés” Iniesta.

Un palmares infinito, tra Barcellona e “Selección” española

Con il Barcellona ha vinto 9 Campionati spagnoli, 7 Supercoppe spagnole, 6 Coppe del Re, ben 4 Champions League, 3 Supercoppe Europee e 3 Coppe del Mondo per Club. Con la Nazionale ha partecipato a 3 Mondiali (2006, 2010, 2014), 3 Europei (2008, 2012, 2016) e una Confederations Cup vincendo l’Europeo 2008 e 2012 e il Mondiale 2010 (siglando 2 gol, uno che portò alla finale). Nella sua carriera è sempre stato un’icona del calcio, diventando il primo calciatore spagnolo a vincere il Golden Foot. Nel 2010 sfiorò il pallone d’oro che venne assegnato a Messi. Un giocatore che ha incantato tutti, sempre in campo, sempre corretto, il capitano che tutti sognano, il centrocampista che ogni squadra vorrebbe. Chi ama il calcio lo deve anche, e soprattutto, a questo uomo che ha saputo rendere facile anche l’impossibile, parlando poco ma vincendo tanto. L’Illusionista rimarrà una leggenda del calcio, sport che sta perdendo, poco a poco, sempre più bandiere.

La fine di un sogno bellissimo

Il giocatore spagnolo ha deciso, dopo 32 trofei, di lasciare quella maglia tanto sudata quanto amata, concludendo la sua carriera con Coppa del Re e Liga. Dopo aver disputato il suo ultimo Clasico, che di classico non ha mai nulla, è uscito dal campo tra gli applausi, la commozione, l’elogio di tutti i tifosi, che mai avrebbero voluto arrivasse questo giorno. Ma il giorno è arrivato e Andrés Iniesta si toglie la fascia da capitano, lascia la maglia numero 8 e dice grazie al Barcellona. Quella maglia che avrà un peso enorme d’ora in avanti perchè non sarà solo un semplice numero, bensì molto di più. Quel numero 8 che, capovolto, rappresenta la classe, l’eleganza, la purezza e l’umiltà di questo uomo, dalla classe infinita.

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