Omicidio Materazzo: interrogato il testimone chiave, Luca nei guai?

Omicidio Materazzo

Omicidio Materazzo:interrogato il testimone chiave, Luca nei guai?

Il 28 novembre 2016, in viale Maria Cristina di Savoia, tra Vomero e Mergellina, Vittorio Materazzo, 51 anni, professione ingegnere, fu ucciso nell’androne del suo palazzo, da una serie di 40 coltellate. Fu indicato come responsabile del delitto il fratello Luca (per altro, già indagato per la morte del padre Lucio). A far chiarezza sul caso la testimonianza di Paolo Licenziati, al cospetto dei magistrati della prima sezione della Corte di Assise di Napoli.

La testimonianza di Licenziati

Oltre ad essere avvocato civilista, Paolo Licenziati è anche cugino di primo grado dei fratelli Materazzo. Quel lunedì sera del 28 novembre, le grida disperate di Vittorio richiamarono prontamente la sua attenzione sul luogo del delitto. Fu lì che assisté alla scena dell’uccisione del cugino: il carnefice agì con il volto coperto dal casco da motociclista, mentre accoltellava la sua vittima alla gola, standogli a cavalcioni sul corpo. Queste le dichiarazioni rilasciate in fase delle indagini preliminari, tutte nuovamente confermate.

L’avvocato spiega che, concluso l’omicidio, l’assassino si sarebbe allontanato a piedi (la strada era semideserta), e Licenziati riuscì a seguirlo con la giusta circospezione che gli evitò l’esser scoperto.  Poi il suo uomo si avviò in una stradina in salita, nella parte superiore di vico Santa Maria della Neve. Qui gli inquirenti, poche ore dopo, ritroveranno abbandonato un borsone con gli indumenti (indossava uno scaldacollo e due giacche) e il casco.

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Omicidio Materazzo: Luca aveva diversi precedenti

Rispondendo alle domande del pm nel corso dell’interrogatorio, Licenziati ha rivangato diversi episodi che evidenziavano l’indole particolarmente aggressiva di Luca.

Nel 1999 era stato spettatore di una violenta aggressione del fratello della vittima verso Vittorio. Ha anche riportato ai giudici un altro aneddoto, molto più recente: Luca avrebbe danneggiato gravemente un’auto nel cortile che gli impediva il passaggio, in preda all’ira.

Altro punto che concentra l’attenzione dei giudici su Luca è la denucia sporta nel 2003 da Vittorio, quando solo l’intervento del padre Lucio lo salvò da un tentativo di strangolamento posto in essere dal fratello. Il processo che porterà a sciogliere i nodi dell’omicidio di Chiaia riprenderà il 31 maggio prossimo, quando saranno interrogati anche altri testimoni.

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