Governo ultime notizie: premier M5S, altri tre nomi papabili. Rumors

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Governo ultime notizie: premier M5S, altri tre nomi papabili. Rumors

Un altro ostacolo è stato superato, i sostenitori del Movimento e il consiglio federale leghista hanno approvato il contratto di governo. Ora, l’intesa giallo-verde affronta l’ultimo miglio: entro il weekend, al massimo lunedì, bisogna risolvere la questione premier. Palazzo Chigi toccherà ai pentastellati, questa pare essere l’unica certezza. Oltre questo dato, i dubbi si sprecano; innanzitutto, verrà indicato il nome di un esponente del partito o quello di un tecnico d’area 5 stelle?

Sono tantissimi i nomi dei papabili apparsi in questi giorni sugli organi di stampa. Oggi, al novero si sarebbero aggiunti anche Emanuela Del Re, Andrea Roventini e Lorenzo Fioramonti. Alla vigilia del voto, la prima era stata scelta da Di Maio come ministro degli Esteri; in un’ipotetico governo monocolore pentastellato, il secondo avrebbe preso il dicastero dell’Economia e il terzo quello dello Sviluppo Economico. Intanto, sempre in chiave premiership, torna a circolare il nome del giurista Giuseppe Conte.

Governo ultime notizie: premier M5S, altri tre nomi papabili. Rumors

Insomma, tutte personalità di sicuro valore ma “seconde file” in un’ottica “politica”; difficile dunque che il Presidente Mattarella conceda la propria approvazione a una soluzione del genere, almeno per quello che ha fatto intendere finora. Da qui si arriva a un altro interrogativo: è stata del tutto accantonata la possibilità di incaricare Di Maio? Lui continua ad assicurare di aver fatto un “passo indietro” di concerto al segretario del Carroccio; tuttavia, pare che il Colle sia orientato a forzare le resistenze di Salvini.

Di Maio a Palazzo Chigi è quella soluzione “netta” che il Quirinale ha più volte invocato. Dal canto suo, il leader leghista, nonostante la chiusura ufficiale a tale ipotesi, per alcuni ha cominciato a preparare il terreno per il dietrofront. Così ai suoi riuniti in via Bellerio avrebbe detto che “il programma è quintessenzialmente leghista” nel senso che “accoglie la politica del ‘prima gli italiani’ e il 90% delle richieste”. Tanto per essere più chiaro si sarebbe anche lanciato in una metafora: “quando la rotta è ben definita, non è così importante chi guida”.

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