Sondaggi politici Termometro: sovranità e mercati, la mappa degli elettori

grafico con assi cartesiani: sovranità e mercati e collocazione elettorato dei partiti italiani sulla base delle intenzioni di voto al 29 maggio 2018

Sondaggi politici Termometro: sovranità e mercati, la mappa degli elettori

La sovranità politica ed economica dell’Italia è un tema oggi centrale nel dibattito politico italiano. Siamo forse di fronte ad una nuova frattura, forse più importante di quella tradizionale destra/sinistra. L’ex viceministro dell’economia Stefano Fassina, esponente di una corrente minoritaria di Liberi e Uguali, ha recentemente affermato: «Il punto del conflitto oggi è sulla possibilità di fare forzature alle regole europee; forzature necessarie a dare risposte a quegli interessi a cui noi vorremmo parlare».

Il nostro sondaggio su sovranità e mercati

Termometro Politico il 29 maggio 2018 ha condotto un sondaggio per comprendere come gli italiani si orientino sulle questioni della sovranità; abbiamo poi visto come l’elettorato si suddivide partito per partito e i flussi di voto rispetto alle elezioni del 4 marzo.

Sulla base di questi dati, abbiamo elaborato un grafico; si tratta di una mappa che incrocia due assi. Quello orizzontale rappresenta la disponibilità ad adeguarsi alle indicazioni dei mercati e delle agenzie di rating; quello verticale la propensione a cedere la sovranità nazionale alle istituzioni europee. La collocazione di partiti dipende dal valore percentuale dei rispondenti di ciascuna opzione con pesi assegnati. Sono stati esclusi i “non so” (complessivamente erano circa il 2%).

Asse “economia“:

– Sì, sarebbe folle andare contro i mercati quindi bisogna adeguarsi per il nostro bene: 100;

– Sì, ma qualcosa sarebbe opportuno cambiarla: 50;

– No, a lungo termine sono più gli effetti negativi che positivi: 30;

– No, finora ci hanno solo impoveriti e danneggiati, non c’è niente di positivo: 0.

Asse “sovranità“:

– Le istituzioni europee tutelano il bene degli italiani più del governo italiano, quindi meglio cedere sovranità: 100;

– Cedere un po’ di sovranità va bene, ma non troppo: 50;

– La sovranità appartiene al popolo italiano e non a istituzioni che non fanno gli interessi degli italiani: 0.

La mappa dell’elettorato al 4 marzo 2018

Vediamo adesso la mappa che ne è uscita. Sulla base delle scelte elettorali effettuate il 4 marzo 2018, gli italiani si dispongono in questo modo:

Le bolle sono ampie quanto la percentuale di voti ottenuti alle ultime elezioni. La mappa mostra innanzitutto una fortissima correlazione (R^2 = 0,93) tra i due aspetti: più si è disposti ad adeguarsi ai mercati, più si è disposti a cedere sovranità nazionale alle istituzioni europee. Forza Italia qui si trova a metà strada tra l’euroscetticismo della Lega e l’europeismo del Partito Democratico. Invece chi ha votato Lega Nord, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia risulta più “sovranista”. Potere al Popolo, nonostante il nome programmatico, rispetto ad essi è meno radicale nel difendere la sovranità nazionale del popolo italiano dalle richieste dei mercati e delle istituzioni europee.

La mappa dell’elettorato al 29 maggio 2018

Con la stessa metodologia, ecco il medesimo grafico con le intenzioni di voto espresse al 29 maggio 2018.

Qui le bolle sono ampie quanto le ultime intenzioni di voto. I flussi verificatisi nelle ultime settimane hanno polarizzato l’elettorato. Gli attuali elettori del M5S, rispetto a quelli delle ultime elezioni, sono ancora più diffidenti verso le istituzioni europee e le indicazioni dei mercati; su quest’ultimo punto scavalcano la Lega.

Sovranità e mercati: effetti della polarizzazione

L’elettorato “superstite” di Forza Italia, invece, così come quello degli attuali PD, Liberi e Uguali e +Europa, risulta più europeista e più disposto ad assecondare i mercati. Forza Italia, quindi, collocandosi all’opposizione del governo Conte, tende ad avvicinarsi alle posizioni europeiste del PD, il quale accentua le sue posizioni per allontanarsi dalla Lega e dal M5S. Sostanzialmente stabile l’elettorato di Fratelli d’Italia, anche se si sposta di qualche passo di formica verso i mercati e le istituzioni europee. Lo stesso sembra valere per gli elettori attuali di Potere al Popolo, che risultano meno critici verso le istituzioni europee; sono comunque più vicini al M5S che non alla sinistra parlamentare di Liberi e Uguali, trascinata dalla forza di attrazione nell’orbita PD.

Va tenuto presente che tutto ciò è anche effetto della collocazione di maggioranza/opposizione rispetto al governo Conte; i valori andrebbero monitorati nei prossimi mesi. L’effetto è comunque quello di una Lega in espansione, che attrae parte dell’elettorato degli altri partiti che condivide le sue posizioni “sovraniste”; fenomeno analogo per il M5S, che tuttavia perde per strada qualche elettore più europeista.

Nota metodologica: 6000 soggetti in data 29 maggio 2018 intervistati con metodologia CAWI presso il sito web di Termometro Politico.

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