L’attivismo estivo della Cassa depositi e prestiti e le difficoltà del “sistema Italia”

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Tutti i grattacapi della Cassa depositi e prestiti. In un articolo pubblicato dal ‘Fatto Quotidiano’ – a firma di Felice Meoli – viene analizzato il compito difficile che tocca all’organismo gestito dall’ex ministro Franco Bassanini, alle prese con la ricerca di fondi nonostante una scarsa appetibilità del brand Italia, in contrasto con il tradizionale interesse verso il famoso “Made in Italy”.

ATTIVISMO E FONDI SOVRANI – La Cassa depositi e prestiti è protagonista di quello che viene definito “un insolito attivismo estivo”, con l’obiettivo di aprirsi ai capitali stranieri “strizzando l’occhio ai fondi sovrani più liquidi del globo”. L’attivismo si concentra in particolar modo in Asia, più precisamente in Cina, con la cessione del 35% di Cdp Reti al colosso cinese State Grid e la sigla di un memorandum con China development bank – per promuovere gli investimenti cinesi in Italia – nonché un invito da parte di China investment corporation (quarto veicolo di investimento pubblico al mondo) ad aprire in Cina un ufficio permanente della Cdp. E non manca anche l’interesse di altre zone dell’Asia come il Kuwait, con un accordo tra Kuwait investment authority – sesto fondo sovrano al mondo – e il Fondo strategico italiano, partecipato all’80% da Cdp e al 20% da Bankitalia. Fondo già protagonista, peraltro, di una Joint venture tra Qatar Holding e il Fondo governativo russo Rdif, un affare da un miliardo a testa.

Franco Bassanini

SCARSO APPEAL: QUALI MOTIVI? – L’attivismo della Cassa depositi e prestiti è indispensabile, “visto che l’Italia è fanalino di coda in Europa per investimenti da parte di questi grandi attori globali che hanno in pancia capitali per oltre 6.600 miliardi di dollari”. Quali i motivi dello scarso appeal? Nonostante la presenza di caratteristiche considerate “favorevoli”, emergono i problemi di sempre: “scarsa tutela degli investitori, corruzione e burocrazia”. Senza dimenticare l’eterna instabilità politica. L’ennesima dimostrazione di come occorra “riacquistare centralità nello scacchiere globale ed evitare la marginalizzazione”, da raggiungere in una sola maniera: “occorre ancora lavorare sul sistema Paese”.