Indennità di disoccupazione senza lavorare: cosa è possibile avere

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Indennità di disoccupazione senza lavorare: cosa è possibile avere

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L’indennità di disoccupazione (NASpI) è una prestazione economica, istituita dal 1° maggio 2015, che sostituisce l’indennità di disoccupazione denominata Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI). È una prestazione a domanda, erogata a favore dei lavoratori dipendenti che abbiano perduto involontariamente l’occupazione, per gli eventi di disoccupazione che si sono verificati dal 1° maggio 2015. Spetta ad apprendisti; soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative; personale artistico con rapporto di lavoro subordinato; dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.

Indennità di disoccupazione, requisiti necessari per fare richiesta

In base alla definizione appena citata non hanno diritto alla indennità di disoccupazione coloro che si sono licenziati, salvo che non si tratti di dimissioni per giusta causa, proprio perché la perdita deve essere involontaria. E per avere lo stato disoccupazione serve la cosiddetta dichiarazione di immediata disponibilità. Da disoccupato per ricevere l’indennità di disoccupazione è necessario avere 13 settimane di contributi versati negli ultimi quattro anni; più 30 giornate lavorate nell’anno. Si tratta di condizioni indispensabili per l’indennità di disoccupazione. In più sono 68 i giorni a disposizione in caso di cessazione dell’attività per chiedere l’indennità.

Indennità di disoccupazione, gli altri sussidi previsti

L’indennità di disoccupazione non è dunque accessibile a chi non ha mai lavorato. Vi sono tuttavia altre forme di sussidio che lo Stato mette a disposizione di chi si trova in tali condizioni. Infatti viene incontro a chi versa in situazioni di disagio economico con misure come il Reddito di Inclusione. Cosa è? Un sussidio che può arrivare fino a 540 euro mensili. In caso di introduzione del reddito di cittadinanza il reddito di inclusione lascerà il posto alla misura annunciata nel programma del governo in carica. In questo caso la soglia economica è di 780 euro.

Indennità di disoccupazione, reddito di inclusione max 18 mesi

Col Reddito di Inclusione chi ha bisogno può ricevere un assegno sino ad un importo di 540 euro, a seconda dei componenti del nucleo familiare, e può essere erogato per un massimo di 18 mesi. Questo sussidio, inizialmente destinato alle famiglie con figli minori o inabili, donne in gravidanza o disoccupati over 55, è ora concesso a tutte le famiglie bisognose, a prescindere dalla loro composizione.

Come funziona? Prevede una carta per gli acquisti. La Carta REI è emessa da Poste Italiane; consente l’acquisto dei generi di prima necessità e il pagamento delle utenze. Inoltre, offre la possibilità di prelevare contanti sino alla metà dell’importo mensile riconosciuto.

Indennità di disoccupazione, reddito di inclusione importi

Come abbiamo detto l’importo massimo è di 540 euro. Ma come si arriva a tale somma? L’ammontare del Reddito di Inclusione cambia a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare. In caso di un solo componente familiare, il Rei è pari a 187,5 euro mensili; per due componenti l’importo è di 294,4 euro mensili; per tre componenti è 382,5 euro mensili; per quattro componenti è di 461,3 euro mensili. Infine per cinque o più componenti, 539,82 euro mensili.

Per avere diritto al Reddito di Inclusione devono essere rispettati soglie reddituali e patrimoniali di base. Per esempio l’indice Isee, cioè l’indicatore della situazione economica della famiglia non deve superare i seimila euro.

Mentre dal momento in cui entrerà in vigore il reddito di cittadinanza certamente varieranno gli importi e potranno anche essere modificati i requisiti ed i valori reddituali e patrimoniali di riferimento.

Indennità di disoccupazione, reddito di inclusione e lavoro

Il Reddito di Inclusione è comunque compatibile con una condizione lavorativa attiva. Cioè si ha diritto al sussidio anche nel caso in cui si lavori. La condizione da rispettare è che la famiglia non superi il limite Isee di seimila euro annui e il limite Isre (indicatore della situazione reddituale secondo la scala di equivalenza Rei) di tremila euro. È da considerare in stato di disoccupazione anche chi possiede un reddito da lavoro dipendente o autonomo rispettivamente pari a un massimo di ottomila euro o 4.800 euro su base annua.

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