Paolo Gentiloni: “Pd si deve rendere conto della situazione”

paolo gentiloni e la sfida impopulista

Paolo Gentiloni: “Pd si deve rendere conto della situazione”, a margine della presentazione de “la sfida impopulista”

Paolo Gentiloni, ex presidente del Consiglio, durante la presentazione del suo ultimo libro “La sfida impopulista”, a Sky Tg24, si è lasciando andare a diverse dichiarazioni. Nel libro l’ex premier analizza successi ed errori a Palazzo Chigi.

Paolo Gentiloni parla della “situazione pericolosa” in cui ci troviamo e di cosa dovrebbe fare il Pd

A proposito della situazione in cui ci troviamo Paolo Gentiloni afferma: “Io credo che sia importante rendersi conto della pericolosità di questa situazione. Capire come si è generata questa onda nazionalpopulista e non prenderla sottogamba. È un fenomeno meno globale, non solo italiano, che utilizza delle paure reali, non solo su propaganda e cattiva propaganda. Questa onda va contrastata senza inseguirla.”

Secondo l’ex premier: “Il Pd deve rivendicare valori diversi, la serietà e la credibilità nel governo. Ci sono fasi, che non durano a lungo, in cui questi valori sembrano non affermarsi”.

Dichiarazioni di Paolo Gentiloni a proposito del Parlamento europeo

Paolo Gentiloni aggiunge, a proposito del Parlamento europeo: “il prossimo Parlamento europeo avrà cinquecento su settecento parlamentari appartenenti alle tre grandi famiglie europee più Macron. I restanti duecento non saranno solo populisti, ma ci saranno anche i Verdi. La manovra non funziona ma, attenzione, mettersi in contrapposizione alle regole della comunità di cui si fa parte è pericoloso. La stragrande maggioranza dei nostri governanti non vuole uscire dalla Unione europea, ma ti puoi trovare isolato e ai margini della Unione europea molto facilmente”.

Estratto del libro “La sfida impopulista” di Paolo Gentiloni riguardante Visco e il governo

«Mi dicono che il Pd vuole presentare una mozione contro Visco… Che facciamo?» da questo sms di Pier Carlo Padoan scopro l’esistenza di un’iniziativa che provocherà una certa tensione nei rapporti tra governo e Pd. La mozione in realtà è stata già presentata. Faccio sapere tramite Anna Finocchiaro che il parere del governo sarà contrario, e lo comunico per telefono anche a Matteo Renzi, il quale mi dice di non saperne gran che. Finocchiaro e il sottosegretario Baretta trattano a lungo sul testo con i vertici del gruppo e del partito. Così alla fine, pur restando inalterato il contenuto di forte critica alla vigilanza della Banca d’Italia, scompare il termine «discontinuità», ossia l’esplicito invito a non confermare il governatore Visco. Il governo può così evitare di dare un parere contrario alla propria maggioranza.

Estratto del libro “La sfida impopulista” di Paolo Gentiloni riguardante le banche

Uno dei bersagli preferiti dai populismi di ogni latitudine sono sempre state le banche. Meglio, i banchieri. Icone viventi di uno dei problemi inediti del nuovo secolo, ossia l’aumento della diseguaglianza anche nei periodi di crescita economica, i grandi capi della finanza sono poi stati visti, a partire proprio dal 2007, come i primi responsabili della crisi economica più grave degli ultimi settant’anni.

Non si può essere compiacenti con chi ha distrutto istituti bancari di valore storico e decisivi per i loro territori. Il sistema nazionale del risparmio non va, però, distrutto, va salvato. Nell’interesse di decine di milioni di correntisti e delle nostre imprese. Il Pd avrebbe potuto rivendicare di aver salvato il risparmio degli italiani. Ha invece preferito tenere sempre i piedi in due staffe, per l’ansia di essere «scavalcato» dai populisti. Senza rendersi conto, purtroppo, che questa corsa non può essere vinta da forze serie, credibili e per di più al governo da qualche anno.

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Estratto del libro “La sfida impopulista” di Paolo Gentiloni riguardante l’istituzione della Commissione sulle banche

L’istituzione della Commissione sulle banche è stata un vero e proprio tentato suicidio. Il Pd decide dunque di concludere in modo assai particolare una legislatura particolare. Nati con non poche difficoltà e indeboliti nel momento di massima forza dalla sconfitta referendaria, i tre governi a guida Pd hanno tuttavia fatto un buon lavoro nell’accompagnare l’Italia fuori dalla crisi più buia del dopoguerra.

Proseguire su questa strada, dando maggiore attenzione alle paure e alle diseguaglianze: su questo potevamo puntare per la nostra conclusione di legislatura e il nostro avvio di campagna elettorale. Invece ci siamo di nuovo ritrovati a parlare di banche.

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