Crescita reale PIL: situazione mondiale

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Crescita reale PIL: situazione mondiale

 

Sul sito del Fondo Monetario Internazionale (FMI, o IMF in inglese), gli amanti delle statistiche possono consultare gratuitamente una mappa interattiva della crescita reale di PIL (real GDP growth). Oltre a ciò, si possono trovare innumerevoli altri indicatori macroeconomici, come il PIL nominale, il PPP (Purchasing Power Parity, tasso d’inflazione, bilancio di cassa, etc.). Per onor di cronaca, segnaliamo anche la sezione statistica del settimanale di economia “The Economist

 

Presentiamo qui una veloce analisi dei dati pubblicati sul sito dell’FMI riguardo al GDP. Le serie storiche sono annualizzate, perciò non si può puntare su un alto grado di statistica. Tuttavia, a livello indicativo, qualche dato interessante si riesce a ricavare.

La particolarità essenziale di questa mappa è la possibilità di controllare le serie storiche di ogni nazione. Presentiamo di seguito una rassegna storica della situazione mondiale con relativa legenda (più un paese è colorato di rosso, più il PIL reale cresce. Più è verde e più si rischia depressione). I paesi colorati di grigio non hanno presentato i dati per quell’annata.

1980 (Guerra Fredda)

Durante il perdio di Guerra fredda, il blocco sovietico risulta impossibile da decifrare in quanto i dati non ci sono pervenuti. Si può notare come allora l’Europa crescesse meno debolmente rispetto agli Stati Uniti. Si possono già intravedere gli sviluppi economici delle cosiddette Tigri d’Oriente che negli anni a venire avrebbero scosso i mercati finanziari (nel bene e nel male). L’Italia, così come il Regno Unito, invece crescono meno rispetto agli altri maggiori paesi Europei. Spiccano nel vecchio continente l’emergente Portogallo e la regione Scandinava.

 

1990 (Post-Muro di Berlino)

Nel periodo post-caduta muro di Berlino il trend di crescita mondiale non sembra mutato di molto rispetto a 10 anni prima. Si nota l’aumento relativo di PIL della Germania unificata, la Spagna, insieme all’Irlanda, inizia la sua risalita economica mente gli USA mostrano una leggera ripresa.

 

1996 (Boom new economy)

Dal 1996 per gli anni a seguire (fino a circa il 2000) si assiste al boom della new-economy, che tocca molto fortemente i mercati asiatici. Si noti il rosso intenso della Cina e della Corea del Sud. Anche il continente Nordamericano mostra una buona crescita, a pochi anni dal trattato Nafta (1992, entrato in vigore nel 1994). Permane la crescita anche in Irlanda ed Islanda, in Europa, mentre in Sud America l’Argentina ed il Cile trainano l’economia latinoamericana.

 

2001 (Twin Towers)

Dal 2001 in poi qualcuno sostiene che “il Mondo non sarà più come prima”: i mercati finanziari certamente sono d’accordo. I colori diventano più tenui, tendenti al verde diffuso, specie per i paesi del G8, trainatori dell’economia mondiale. Iniziano ad emergere i paesi del vecchio blocco socialista. L’Argentina, a pochi anni dal devastante crack, decelera la sua crescita.

 

2007 (Crisi subprime)

A ridosso della crisi dei subprime, il Mondo intero appare in forte crescita economica: un rosso intenso permea i paesi in via di sviluppo, mentre i paesi del G8 continuano debolmente a tenere il passo. La Cina si erge a primo attore protagonista. Russia e Sudamerica, compresi alcuni stati dell’estremo Oriente mostrano forti segni di sviluppo produttivo.

 

2009 (Credit Crunch)

Ed eccoci ai giorni nostri: verde pressochè spalmato (ad eccezione dei due colossi economici asiatici, India e Cina). I paesi del G8 subiscono fortemente la crisi dei derivati e di bassa liquidità. Anche il Sud America risente a distanza di un mercato globale ampiamente in decrescita, verso recessione diffusa. L’ Islanda  addirittura annuncerà la bancarotta.

 

Previsione 2011

Infine, il FMI annuncia previsioni di crescita per il 2011: quanto queste siano veritiere lo vedremo a breve, sebbene gli indicatori macroeconomici mondiali sembra stiano ritornando a livelli di normalità (relativamente alla situazione in cui imperversa la finanza mondiale).

 

Sempre tratto dal sito del FMI possiamo consultare un file .xls con tutte le serie storiche di ogni nazione, dal 1980 ad oggi.

A questo indirizzo filehosting trovate il file in questione.

Per quanto riguarda l’Italia ecco alcuni dati: il primo grafico si riferisce alla densità distribuzione dei PIl dal 1980 ad oggi: si sono operati alcuni fit (Normale, t-Locatio e Logistic). Notare come nessuna delle distribuzioni trattate riesca ad intercettare bassi valori di PIL (per incorporare ciò cs potrebbe far ricorso all’Extreme Value Theory), con distribuzioni quali quella di Fisher e Gumbel, le quali incorporano le famose “fat tails” che una distribuzione Normale non contempla.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

 

Qui invece riportiamo quello che in gergo viene chiamato “Moving Average”, ovvero una simulazione per tentare di emulare una serie empirica (misurata) con una teorica e poter così effettuare previsioni per il futuro. Si sono poi operati alcuni fit non-lineari, quali polinomiali al quinto ed ottavo grado e di dispersione minimale.

Infine l’istogramma della serie storica

 

Compariamo ora la serie storica italiana con quelle dei più importanti paesi europei e mondiali

Italia-Europa

 

Italia-Mondo

 

Comparazioni Italia-Mondo 2001-2014

 

Ciò che ora presentiamo è una serie di comparazioni tra il PIL reale italiano è quello di alcuni macroregioni economiche che il FMI utilizza per le sue analisi. Riportiamo innanzitutto il valor medio e la deviazione standard del PIL reale dal 2001 al 2014, quindi incluse le previsioni di crescita o decrescita. Poi il valor medio di dispersione rispetto al PIL medio Mondiale e la deviazione standard della dispersione.

 

Valor Medio Std Valor Medio Disp Std Disp
‘ASEAN-5’ 4,7 1,8047 0,19717 0,40913
‘Advanced economies’ 1,7571 1,8616 -0,31488 0,66688
‘Africa’ 5,3 1,1839 0,27294 0,91187
‘Central and Eastern Europe’ 3,6357 2,904 0,1237 0,65083
‘Commonwealth of Independent States and Mongolia’ 5,1143 3,5609 0,68299 0,85346
‘Developing Asia’ 8,0286 1,6107 0,74658 1,6169
‘Emerging and developing economies’ 5,9929 1,8454 0,41888 0,79005
‘Euro area’ 1,2071 1,78 -0,41348 0,79536
‘European Union’ 1,5929 1,857 -0,33118 0,73187
‘Major advanced economies (G7)’ 1,5643 1,8101 -0,36464 0,68108
‘Middle East’ 4,7643 1,3882 0,059859 0,92729
‘Newly industrialized Asian economies’ 3,3857 3,1179 0,21929 0,96771
‘Other advanced economies (Advanced economies excluding G7 and euro area)’ 2,8 2,3823 -0,02877 0,67413
‘Western Hemisphere’ 3,2929 2,2414 -0,11578 0,32184
‘Italy’ 0,55714 1,6942 -0,55887 0,89029
‘World’ 3,6357 1,7977 0 0

 

Ed ora le dispersioni, anno per anno, rispetto al dato di PIL reale medio Mondiale per ogni regione economica

Dal 2001 al 2007

Disp. ‘2001’ Disp. ‘2002’ Disp. ‘2003’ Disp. ‘2004’ Disp. ‘2005’ Disp. ‘2006’ Disp. ‘2007’
‘ASEAN-5’ 0,27273 0,82143 0,61111 0,2449 0,22222 0,11765 0,21154
‘Advanced economies’ -0,45455 -0,42857 -0,47222 -0,34694 -0,42222 -0,41176 -0,48077
‘Africa’ 1,2273 1,3214 0,52778 0,36735 0,28889 0,19608 0,19231
‘Central and Eastern Europe’ -1 0,57143 0,36111 0,4898 0,33333 0,29412 0,038462
‘Commonwealth of Independent States and Mongolia’ 1,7727 0,85714 1,1667 0,67347 0,48889 0,64706 0,65385
‘Developing Asia’ 1,6364 1,4643 1,2778 0,7551 1 0,92157 1,0385
‘Emerging and developing economies’ 0,72727 0,71429 0,75 0,53061 0,57778 0,56863 0,59615
‘Euro area’ -0,13636 -0,67857 -0,77778 -0,55102 -0,62222 -0,43137 -0,48077
‘European Union’ -0,04546 -0,5 -0,58333 -0,46939 -0,51111 -0,33333 -0,40385
‘Major advanced economies (G7)’ -0,54545 -0,57143 -0,5 -0,40816 -0,48889 -0,4902 -0,57692
‘Middle East’ 0,18182 0,35714 0,94444 0,22449 0,28889 0,11765 0,21154
‘Newly industrialized Asian economies’ -0,45455 1 -0,13889 0,20408 0,044444 0,098039 0,096154
‘Other advanced economies (Advanced economies excluding G7 and euro area)’ -0,36364 0,39286 -0,30556 -0,02041 -0,11111 -0,09804 -0,09615
‘Western Hemisphere’ -0,68182 -0,78571 -0,38889 0,22449 0,044444 0,11765 0,096154
‘Italy’ -0,18182 -0,82143 -1 -0,69388 -0,84444 -0,60784 -0,69231
‘World’ 0 0 0 0 0 0 0

 

Dal 2008 al 2014

Disp. ‘2008’ Disp. ‘2009’ Disp. ‘2010’ Disp. ‘2011’ Disp. ‘2012’ Disp. ‘2013’ Disp. ‘2014’
‘ASEAN-5’ 0,53125 -1 0,21053 0 0,083333 0,18367 0,25
‘Advanced economies’ -0,71875 1,9231 -1 -0,39535 -0,35417 -0,38776 -0,45833
‘Africa’ 0,625 -2,5385 1,0526 0,2093 0,10417 0,12245 0,125
‘Central and Eastern Europe’ -0,09375 1,8462 -0,57895 -0,11628 -0,10417 -0,14286 -0,16667
‘Commonwealth of Independent States and Mongolia’ 0,71875 2,9231 -0,36842 -0,11628 0 0,040816 0,10417
‘Developing Asia’ 1,4063 -4,6923 2,2105 0,93023 0,85417 0,81633 0,83333
‘Emerging and developing economies’ 0,90625 -2,2308 1,1053 0,4186 0,39583 0,38776 0,41667
‘Euro area’ -0,71875 2,2308 -1,2105 -0,67442 -0,625 -0,59184 -0,52083
‘European Union’ -0,65625 2,0769 -1,1579 -0,60465 -0,5 -0,4898 -0,45833
‘Major advanced economies (G7)’ -0,8125 1,9231 -1 -0,37209 -0,35417 -0,40816 -0,5
‘Middle East’ 0,84375 -2,9231 0,84211 -0,02326 -0,08333 -0,08163 -0,0625
‘Newly industrialized Asian economies’ -0,53125 3,3077 -0,57895 0,023256 0 0 0
‘Other advanced economies (Advanced economies excluding G7 and euro area)’ -0,5 2,1538 -0,68421 -0,23256 -0,1875 -0,18367 -0,16667
‘Western Hemisphere’ 0,3125 0,15385 -0,15789 -0,16279 -0,14583 -0,14286 -0,10417
‘Italy’ -1,3125 2,3846 -1,2105 -0,83721 -0,72917 -0,67347 -0,60417
‘World’ 0 0 0 0 0 0 0

 

L’analisi seguente è invece riferita alla correlazione che intercorre tra le regioni economiche considerate e gli anni di riferimento (2001-2014): si analizza quindi quanto l’economia mondiale sia cresciuta o decresciuta in modo proporzionale nelle 16 macroaree considerate (inclusa l’Italia e l’intero mercato globale). rispetto ai relativi anni.  Ricordiamo che il coefficiente di correlazione indica maggior proporzionalità quanto più è prossimo ad 1. Per esempio, il 2009 è debolmente legato agli anni passati, discretamente correlato con l’anno precedente 2008 (0,8064) e fortemente legato al 2010 (0.9349). Appare dunque evidente come in una serie storica come quella dal 2001 in poi, in cui forti ripercussioni finanziarie ed economiche si sono succedute, turbando i mercati, ogni anno tende a creare storia a sè, o al più a correlarsi con quelli più prossimi. Correlazioni di più ampia portata storica sono quantomeno azzardate, soprattutto per effettura previsioni future.