Voto assistito 2019 in cabina elettorale per elezioni 26 maggio 2019. Come fare

Che cos’è il cosiddetto voto assistito e quale finalità ha secondo la legge italiana. Chi può richiederlo e con quali modalità.

Voto assistito 2019 in cabina elettorale per elezioni 26 maggio 2019. Come fare
Voto assistito 2019 in cabina elettorale per elezioni 26 maggio 2019. Come fare

Le modalità consuete con cui esprimere il proprio voto, durante le consultazioni elettorali, sono ben note alla generalità dei cittadini. Si tratta di recarsi al seggio elettorale di riferimento, mostrando agli addetti la propria tessera elettorale, con un documento di identità valido. Là sarà così possibile esprimere la propria preferenza per un partito o formazione politica, ed eventualmente anche per taluni esponenti del partito stesso. La legge però disciplina, ovviamente, anche i casi in cui vale il cosiddetto voto assistito. Vediamo di seguito che cos’è e in che cosa consiste, con specifico riferimento alle imminenti elezioni europee.

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Voto assistito: che cos’è e qual è la finalità secondo la legge italiana

La fonte normativa di riferimento, in tema di voto assistito, è la legge n. 17 del 2003, recante il titolo “Nuove norme per l’esercizio del diritto di voto da parte degli elettori affetti da gravi infermita’“. Com’è evidente, la finalità di questa legge è consentire anche a chi è affetto da gravi infermità o comunque da disturbi di salute che ne limitino in tutto o in parte la capacità motoria, di poter votare, in quanto diritto sancito in Costituzione. Fondamentalmente le ipotesi previste in questi casi sono due: voto assistito e voto da casa. Ci soffermeremo essenzialmente sul voto assistito, con qualche cenno doveroso sul voto da casa.

Come funziona il meccanismo? chi ne può usufruire?

Il diritto di voto è riconosciuto a tutti i cittadini italiani, in qualsiasi condizione di salute essi si trovino. Ciò comporta che anche gli elettori affetti da problemi di salute che ne limitino il movimento, o comunque il poter svolgere le operazioni di voto in moto completamente autonomo, possono di fatto votare lo stesso. Ciò con l’assistenza di un altro elettore della propria famiglia oppure di un terzo scelto come accompagnatore in cabina elettorale: conta che l’accompagnatore sia cittadino italiano iscritto nelle liste elettorali di un qualsiasi comune italiano.

La legge stabilisce in modo tassativo le categorie di persone che possono avvalersi del voto assistito in cabina: tra essi, i ciechi, i paralizzati e altre persone con gravi impedimenti che, altrimenti, non potrebbero esprimere alcuna preferenza. È importante sottolineare che il problema di salute dev’essere dimostrato attraverso documentazione sanitaria ASL: tale certificato medico prova lo stato di salute attuale del votante e lo autorizza in pratica ad avvalersi del voto assistito. Non occorre, ad ogni data di elezioni, presentarsi con un nuovo certificato: l’avente diritto potrà far domanda affinché l’ufficio elettorale del proprio comune annoti, con il cosiddetto timbro AVD, il voto assistito come permanente. A tal fine, però, servirà presentare in Comune: la specifica domanda, la carta di identità, la tessera elettorale, il certificato medico attestante il problema di salute. Vale la pena ricordare che la legge consente di esercitare il ruolo di accompagnatore per una sola persona invalida. Inoltre dispone che sulla tessera elettorale dell’accompagnatore, sia espressamente indicato in forma scritta il suo ruolo, da parte del Presidente del seggio elettorale.

In conclusione, oltre al voto assistito, è opportuno menzionare – quanto meno in sintesi – il voto da casa, una particolare ipotesi di espressione di preferenza, riservata a chi è affetto da infermità così gravi, da impedirne completamente l’uscita da casa. La fonte di riferimento è la legge n. 46 del 2009, che ammette tale modalità, oltre che per le elezioni politiche, anche per quelle europee. Anche in questi casi, ovviamente, è necessario munirsi di certificazione medica ASL comprovante lo stato di salute.

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