Canone Rai 2019: Di Maio “puntiamo alla riduzione”, la proposta M5S

Il canone Rai potrebbe finire sotto la scure del governo su iniziativa dei 5 Stelle, tra chi vuole cancellarlo del tutto e chi pensa soltanto di ridurlo

Canone Rai 2019: Di Maio "puntiamo alla riduzione", la proposta M5S
Canone Rai 2019: Di Maio “puntiamo alla riduzione”, la proposta M5S

Il canone Rai potrebbe finire sotto la scure del governo su iniziativa del Movimento 5 Stelle, tra chi vuole cancellarlo del tutto e chi invece pensa soltanto di ridurlo.

Canone Rai: chi propone di abolirlo?

“In attesa di fare una vera e propria riforma della Rai e del mercato pubblicitario, a partire dagli OTT (le imprese che realizzano i banner pubblicitari sui siti web per esempio, NdR), vogliamo aiutare le famiglie italiane abolendo il canone. Ovviamente questo comporta l’inevitabile scelta di eliminare anche il tetto pubblicitario dando il via a una vera e propria concorrenza, che oggi non c’è, tra il servizio pubblico, Mediaset, La7 e tutti gli attori privati del mercato radiotelevisivo. Questo è lo spirito del disegno di legge che ho presentato in Senato”; così Gianluigi Paragone ha recentemente presentato la sua proposta sull’abolizione del canone Rai.

La prima firmataria del provvedimento – giunto sui banchi della Camera lo scorso lunedì 15 luglio – è la deputata pentastellata Maria Laura Paxia che alle parole di Paragone ha aggiunto: “La mia proposta modifica anche i limiti di affollamento pubblicitari, equiparandoli a quelli delle televisioni private. In questo modo la Rai potrebbe essere competitiva nel mercato, mantenendo sempre però la sua funzione pubblica. Con il taglio del canone la Rai dovrà puntare sulla qualità del servizio e non potrà finanziare i maxi stipendi con i soldi pubblici”.

Chi vuole semplicemente ridurlo?

Negli scorsi giorni, invece, ha parlato soltanto di ridurlo il vicepremier Luigi Di Maio anche se drasticamente: “abbiamo trovato una soluzione che ci consenta di ridurre il canone Rai senza danneggiare la qualità del servizio pubblico, che comunque deve migliorare”.

Ondivago l’atteggiamento della Lega che se da una parte in generale plaude a un progetto volto al taglio degli stipendi più alti, dall’altra con il segretario della Commissione Vigilanza Rai Massimo Capitanio si schiera contro l’ipotesi di abolire completamente il canone Rai: “non asseconderemo mai nessuna operazione mirata a smantellare il servizio pubblico né asseconderemo altre logiche di informazione che non siano mirate all’interesse del cittadino e del Paese” nel senso che, rileva sempre Capitanio tra le altre cose, “non dimentichiamo che parte del canone è utilizzato per sostenere il fondo per il pluralismo dell’informazione”.

C’è da dire che è rimasta storica per certi versi la battaglia dell’eurodeputata leghista Mara Bizzotto contro il canone Rai: quest’ultima ha promosso a partire dal 2012 una petizione a favore dell’abolizione che arrivò a contare ben 14mila firme. Un’iniziativa memorabile tanto che l’allora Presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico nel marzo 2014 fu convocato dalla Commissione petizioni dell’Europarlamento – allora aveva a capo Erminia Mazzoni del Pdl – per discutere alcuni aspetti critici, appunto, del canone.

Tornando agli ultimi giorni, nella querelle è intervenuta anche l’Usigrai, l’associazione di categoria dei giornalisti Rai, che ha fatto notare come la Rai faccia in media oltre il 36% di share sostenuta da meno di due miliardi di soldi pubblici mentre la Bbc, tanto per citare un emittente simile per funzione e organizzazione, fa il 31,5% di share ma con finanziamenti che superano i 4 miliardi di euro.

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