Reddito di cittadinanza: beneficiari non rispondono alle chiamate. I casi

Un beneficiario del reddito di cittadinanza su cinque non risponde alle chiamate dei centri per l’impiego: ma cosa accade dopo la terza chiamata rifiutata?

Reddito di cittadinanza: beneficiari non rispondono alle chiamate
Reddito di cittadinanza: beneficiari non rispondono alle chiamate. I casi

Tra le polemiche ancora in corso sul reddito di cittadinanza spiccano quelle che riguardano i beneficiari che approfittano del sussidio statale per non lavorare o, parimenti, pur ricevendo il sostegno economico lavorano, ma in nero. Quest’anomalia ha portato alla ipotesi di introdurre alcuni correttivi da attuare alla misura proprio al fine di evitare tali effetti collaterali. Tuttavia, stando a un servizio di Maria Laura Cruciani andato in onda il 15 ottobre 2019 durante il programma DiMartedì su La7, un beneficiario del RdC su cinque non risponde alle chiamate dei centri per l’impiego. Ma cosa succede dopo la terza chiamata?

Reddito di cittadinanza: cosa comporta non rispondere alla chiamate dei Cpi

I percettori del Reddito di Cittadinanza, afferma la giornalista, hanno iniziato a ricevere via mail e via sms le convocazioni per i colloqui presso i Centri per l’impiego. Il Direttore del Lavoro della Regione Lazio Marco Noccioli, in merito alla Regione, ha riferito che “c’è una quota significativa, il 20% nel Lazio, di persone convocate a un colloquio che però non si presentano”. Una percentuale che però rispecchia la media del Paese, dal Nord al Sud, tant’è che le Regioni hanno rivelato l’intenzione di riunirsi per risolvere questa situazione. “Vengono mandati messaggi fintanto che l’interessato non risponde”, spiega Noccioli. “Non so se tutti sono consapevoli della serietà con la quale noi stiamo affrontando questa questione del Reddito di Cittadinanza. Rischiano alla prima sanzione di perdere un mese, alla seconda di perdere due mesi e alla terza la decadenza dal beneficio”. Non ci sarà dunque il rischio che i furbi a oltranza la facciano franca.

RdC, Calenda: “Pieno di disfunzioni, è totale stortura”

Che il rischio di furbetti potesse esserci era quasi scontato: adesso toccherà vedere se il regime sanzionatorio in atto riuscirà a funzionare a dovere. Sempre restando in attesa di quei correttivi che il governo vorrebbe attuare alla misura proprio per rafforzare il principio nobile del RdC che è quello, innanzitutto, di reinserimento sociale e professionale del soggetto che non lavora e che dunque non ha reddito.

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