Il Sud nelle mozioni congressuali del PD

Il Sud nelle mozioni congressuali del PD

Cominciamo con qualche numero. Nella relazione Bersani la parola Sud appare 11 volte, Mezzogiorno 2; nella mozione Franceschini il Sud è citato 5 volte e Mezzogiorno 9, mentre sfogliando la relazione di Marino il Sud appare 7 volte e Mezzogiorno 4. Curiosamente quasi tutte le citazioni del Sud appaiono giustapposte alla parola Nord.

LEGGI L’ANALISI DELLE MOZIONI DEI CANDIDATI

 

 

 

Nella mozione di Pier Luigi Bersani il tema della unificazione tra Nord e Sud è centrale nel suo discorso sul Mezzogiorno. Lo cita quando parla del partito:

Il non ancora del Pd indica ciò che possiamo diventare: il grande partito riformista che milioni di italiani non hanno avuto, la forza capace di unire Sud e Nord

e quando parla della scuola:

Il Paese chiede molto alla scuola italiana. È chiamata ad aiutare la mobilità sociale, a mantenere unito il Sud e il Nord

Addirittura il massimo delle citazioni è concentrato nel paragrafo “Riformare lo Stato per mantenere unita l’Italia(pag. 8) in cui propone la riforma dello stato in chiave federalista (responsabile e solidale naturalmente) per rinnovare il patto di unita’ nazionale e far sviluppare il Sud.

L’unico altro accenno al Sud riguarda una possibile via di sviluppo: le energie rinnovabili. Idea peraltro ripresa anche da Franceschini e Marino:

l’Italia può diventare un Paese all’avanguardia nell’utilizzo delle fonti rinnovabili e per il risparmio energetico e su queste basi si può assegnare al Mezzogiorno una missione di crescita tecnologica e di sviluppo economico.


Passando alla mozione di Dario Franceschini riscontriamo che si pone piuù l’accento sulle possibilità di sviluppo del meridione. Dandogli nnanzitutto una prospettiva geopolitica:

Oggi il cambiamento geopolitico del mondo, la centralità del Mediterraneo possono trasformarlo da periferia dell’Europa nella sua principale porta d’accesso.

E individuando un metodo:

E’ necessario concentrare gli interventi su pochi obiettivi prioritari, per evitare l’attuale “polverizzazione” della politica di coesione nazionale e comunitaria, che ha finora ridotto fortemente l’efficacia degli interventi.

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Con obiettivi concreti:

Nell’immediato, occorre focalizzare le risorse (ordinarie e straordinarie) su un numero limitato di interventi, con l’obiettivo di dimezzare entro il 2013 l’inaccettabile divario esistente tra Nord e Sud nelle infrastrutture e nei servizi resi dall’amministrazione pubblica ai cittadini. L’azione pubblica di sviluppo nel Mezzogiorno deve porre al centro l’impresa. Gli interventi devono incentivare la nascita di nuove imprese, lo sviluppo e il consolidamento di quelle esistenti. In tale ottica, va reintrodotta da subito la automaticità nella fruizione del credito d’imposta per nuovi investimenti nel Mezzogiorno, cancellando la norma inserita dal Ministro Tremonti che, condizionandone la fruizione ad un complesso sistema burocratico di prenotazione e verifica ne ha di fatto compromesso l’operatività.

Forte è anche l’attenzione ai giovani come motore del cambiamento

C’è una generazione di giovani meridionali che sta realizzando importanti progressi nei livelli di scolarizzazione, a cui dobbiamo dare risposte in termini di opportunità di impiego e di realizzazione individuale.

Individua anche uno dei problemi principali del rapporto Nord-Sud, quello dell’emigrazione verso Settentrione dei meridionali laureati:

Tale esigenza diviene ancora più forte in un momento di crisi quale quello che stiamo vivendo che rischia di tenere molti giovani scolarizzati fuori dal mercato del lavoro. Dobbiamo impedire che continui l’esodo verso il Nord dei giovani laureati del Mezzogiorno.

Proponendo qualche misura interessante

Noi proponiamo un piano di 100 mila stage presso imprese private destinati a giovani diplomati e laureati del Mezzogiorno, al fine di favorire il loro inserimento lavorativo. Un intervento volto a favorire l’accesso al lavoro e la formazione in aziende localizzate nel Mezzogiorno attraverso l’offerta di un periodo di esperienza a carico dello Stato presso imprese private che al termine di tale periodo vengano significativamente incentivate ad assumerli.

Cita di sfuggita il problema culturale

E all’interno del paese pensiamo ad uno scambio fra studenti del Nord e del Sud per rafforzare esperienze e culture comuni, per aprire le comunità del mezzogiorno.
anche se a mio parere sono le comunita’ del settentrione ad essere piu’ chiuse, al momento.

Chiude i suoi interventi sul Mezzogiorno con l’immancabile riferimento alle energie alternative

Noi vogliamo che l’Italia guidi una rivoluzione verde, vogliamo estenderne le grandi opportunità a tutti i territori, a cominciare da quelli del Sud, che su questi temi potrebbe riscoprire una vocazione che traini il suo sviluppo.

Nella mozione di Ignazio Marino si comincia a parlare di Sud citando l’ormai innominabile “questione meridionale” e mettendola al centro della questione democratica del Paese

Avere a cuore la democrazia significa far tornare la questione meridionale al centro di un grande progetto di governo nazionale. Una più efficace presenza dello Stato deve andare di pari passo con un profondo senso di uguaglianza territoriale per il quale nulladi ciò che è normale e scontato a Milano non possa che essere normale e scontato anche a Palermo, e viceversa.

Anche Marino vede nel federalismo una possibile chiave di sviluppo per il Sud, insistendo anche lui per la fine degli interventi a pioggia

L’assetto federalista dello Stato è l’occasione per realizzare un governo più prossimo ai cittadini, semplificato, rappresentativo delle comunità. Riunire l’Italia nelle cose essenziali, dare spazio ai territori, per valorizzare diversità, energie, risorse. Una sfida che può essere virtuosa anche per il riscatto del Mezzogiorno, dove l’afflusso di denaro pubblico indiscriminato, a pioggia e non selettivo, produce paralisi e corruzione, mentre una nuova forte politica di investimenti mirati, finalizzati nei settori innovativi e trainanti può rimettere in moto talenti e risorse, rilanciare uno sviluppo civile e sociale

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Gli è chiaro il ruolo negativo delle mafie nel mancato sviluppo del Sud e schiera chiaramente il partito contro di esse

Il PD deve conoscere il territorio meridionale nelle sue eccellenze produttive e deve consentire investimenti e crescita. Sino a quando la legalità non sarà ristabilita nella totalità dei territori meridionali sottraendoli al controllo della criminalità organizzata, nessuno sviluppo potrà mai aver luogo: il PD deve ambire a costituire un simbolo di lotta alla mafia, senza se e senza ma.

Chiude dedicando un paragrafo al Sud, “Tra Nord e Sud”, dove si riassumono problemi, si prefigurano metodi di governo, si abbozzano proposte

Riprendere e portare a termine il processo di decentramento, per motivi di efficienza economica e di trasparenza politica: maggiore capacità di rappresentanza degli interessi locali, maggiore dei politici locali, maggiore possibilità di scelta per gli operatori, maggiore crescita economica.

Distribuire equamente le risorse tra Sud e Nord.

Contrastare la corruzione, il malcostume politico e amministrativo, promuovere uno sviluppo civile e sociale che, nel Sud, parta dalla liberazione dalla criminalità organizzata.

Investire nel capitale umano, nelle realtà produttive di eccellenza, nel recupero del territorio, nelle infrastrutture per il Mezzogiorno.

Costruire politiche regionali di rilancio pensate in termini di sistema, coinvolgendo università, amministrazioni locali, con lo scopo di creare un tessuto economico e sociale che possa resistere nel tempo e attrarre capitali e turisti.

Promuovere un patto collettivo nazionale che unisca le forze migliori del Mezzogiorno con quelle più lungimiranti del Nord, nell’idea di un nuovo patriottismo, perché il federalismo richiede un più alto livello di cultura politica, un accresciuto impegno civile di amministrati e amministratori.

 

Riassumendo: tutti e tre i candidati hanno ben chiaro il rischio di disunione che pende sull’Italia, ma per porvi riparo pongono l’accento su tre aspetti diversi: i primi due presenti in tutte le mozioni, il terzo peculiare in quella di Marino.

 

E, sulla base di questa analisi dei documenti congressuali dei candidati alla segreteria del Partito Democratico, proprio nella mozione di Ignazio Marino il Mezzogiorno sembra complessivamente più centrale e trattato più organicamente che nelle altre due proposte.