Pensioni ultime notizie: flessibilità in uscita, parla Tridico

Pensioni ultime notizie: anche il presidente dell’Inps Pasquale Tridico parla delle possibili nuove soluzioni di flessibilità in uscita. Ecco cosa ha detto.

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Pensioni ultime notizie: flessibilità in uscita, parla Tridico

Sul tema pensioni ultime notizie riportano le dichiarazioni del presidente Inps Pasquale Tridico a proposito delle soluzioni di flessibilità in uscita. L’intervento è stato effettuato in occasione dell’audizione alla Commissione bicamerale di controllo degli enti previdenziali: il numero 1 dell’Istituto di previdenza ha parlato anche di Quota 100, elencando gli ultimi numeri, per poi parlare della prossima riforma che coinvolgerà l’intero sistema pensionistico.

Pensioni ultime notizie: Tridico su Quota 100, gli ultimi numeri

Per Quota 100 al momento sono state accolte in totale 151 mila domande: di queste, “42 mila domande hanno riguardato dipendenti pubblici, 75 mila privati e 34 mila autonomi”. Tra le ultime proposte di flessibilità in uscita si parla di sostituire Quota 100 con Quota 101, aumentando di 1 anno il requisito anagrafico o contributivo. Si andrebbe così a uscire con 63 anni di età e 38 anni di contributi minimo, oppure con 62 anni di età e 39 anni di contributi.

Pensioni ultime notizie: Tridico su flessibilità in uscita

Di queste e altre soluzioni, e più in generale della riforma del sistema previdenziale, ha parlato anche Tridico, affermando che le priorità dovrebbero essere rappresentate dall’individuazione di una “età di riferimento per l’uscita verso la pensione con riduzioni per le lavoratrici madri e per chi ha svolto lavori gravosi e usuranti”. La flessibilità in uscita, per Tridico, resta un atto dovuto, soprattutto laddove si passi al metodo di calcolo interamente contributivo. “Bisogna superare l’età di pensionamento uguale per tutti i lavoratori, tenendo conto della gravosità dei lavori”, ma a condizione che resti sempre “un’età minima di uscita da cui si opera una certa flessibilità”.

Vi è poi la questione di separare previdenza e assistenza. Durante il suo intervento Tridico ha ricordato che la spesa pensionistica supera di poco il 15% del Pil, ma in questa spesa è da considerare sia la parte previdenziale, sia quella assistenziale. “Se a poco meno del 12% togliamo i 58 miliardi di Irpef che i pensionati versano allo Stato, la spesa vera e propria scende all’8%”. Numeri questi che andrebbero a testimoniare la sostenibilità del sistema pensionistico italiano.

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