L’andamento dei casi dipende dai tamponi, ma si vede una luce

C’è una relazione chiara tra tamponi e contagi, che salgono quando aumentano i primi. Tuttavia gli ultimi giorni aumentano meno dei test, un buon segno

TAMPONI
L’andamento dei casi dipende dai tamponi, ma si vede una luce

Sono i giorni del picco questi nell’epidemia di coronavirus, è ormai evidente, con gli incrementi dei casi di contagio che oscillano intorno a valori simili. Oggi i nuovi casi sono stati 5.959, ieri 6.153. Sarà un picco “largo”, non a cuspide, dicono alcuni esperti, e già si vede.

Uno dei motivi è che il numero dei contagi dipende molto dai tamponi fatti. Più se ne realizzano, più si troveranno contagiati, che del resto, ormai è risaputo, sono molti più di quelli elencati nei dati ufficiali.

Una dimostrazione viene dall’analisi degli incrementi di tamponi e contagi nelle regioni. Nell’infografica è possibile selezionare una regione, o anche tutte, e notare la correlazione tra le due crescite. Molto spesso al maggiore aumento dei test corrisponde un maggior incremento dei contagi, e viceversa. Così tra il 20 e il 23 marzo a un ritmo inferiore di crescita dei tamponi si è accompagnato il primo vero rallentamento della crescita dei casi. Ma un tale collegamento è visibile anche agli inizi di marzo, quando gli incrementi erano spesso in doppia cifra.

Gli ultimi giorni i casi crescono meno dei tamponi

Per esempio in Lombardia a un aumento importante, del 16,7%, dei tamponi, è corrisposto un incremento maggiore, almeno rispetto ai giorni precedenti, dei contagi, del 14,6%, il giorno 21 marzo. E gli incrementi dei giorni scorsi hanno visto un analoga ripresa del ritmo di crescita dei casi.

Gli ultimi giorni però vi è una novità. In Lombardia e in Italia gli aumenti dei tamponi sono superiori a quelli dei contagi. Oggi +9,15% contro +7,4%, e lo stesso ieri e il 25 marzo.

Era quasi sempre stato l’opposto. Significa sia che si fanno un po’ più di test di prima che per ogni test si trovano meno contagi rispetto a tempo fa. Segno forse di un vero rallentamento dell’epidemia dovuta al lockdown. Naturalmente sono dati che andranno confermati nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, con un occhio particolare al Mezzogiorno, dove ancora i tassi di crescita sono in molti luoghi superiori al 10%

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