Plexiglass coronavirus in spiaggia e al ristorante: le possibili soluzioni

Plexiglass coronavirus: un’associazione di due termini che sta salendo nei trend di ricerca, perché potrebbe essere una soluzione per quest’estate.

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Plexiglass coronavirus in spiaggia e al ristorante: le possibili soluzioni

Si parla già molto di fase 2 e di ritorno alla normalità, quando per gli esperti siamo ancora dentro la fase 1. Ma tant’è: con il bel tempo si pensa già alla prossima estate, alle vacanze, alle gite al mare o alle serate passate al ristorante. Ci si pensa, forse, come se tutto dovesse tornare, da un momento all’altro. Torneremo al mare, in una spiaggia affollata, accalcati gli uni sugli altri? No. Andremo al ristorante leggiadri e sereni come un tempo? Nemmeno questo, per ora, risulta plausibile. Tuttavia è altrettanto vero che ci sono strutture turistico-ricettive e attività di ristorazione che dovranno riaprire, perché quello è il loro lavoro e forse l’unica fonte di sostentamento. E allora si pensa a delle soluzioni per consentire un piccolo ritorno alla normalità, un assaggio di vacanza che sarà completamente inedita. Infatti, potremo mangiare o prendere il sole contornati da lastre di plexiglass.

Plexiglass coronavirus in spiaggia: come funziona

Lastre di plexiglass, come quelle che già ora vediamo in farmacie e nelle attività alimentari, che separano chi sta dietro il bancone da chi ci sta davanti. Quello stesso plexiglass potrebbe essere utilizzato sulle spiagge così come al ristorante. Ma al mare come funzionerebbe? Ma soprattutto, la domanda che riempie la testa di molti è questa: ci andremo veramente al mare quest’anno? Le nostre vacanze sono salve, nonostante tutto? Per la sottosegretaria al Turismo Lorenza Bonaccorsi non è ancora venuto il momento di disperarsi e il governo sta lavorando “per far sì che possa essere così”, con la possibilità di stabilire una normativa unica su tutto il territorio nazionale, contenente disposizioni e restrizioni da rispettare.

Un ritorno in spiaggia lo ha immaginato Claudio Ferrari, numero uno di Nuova Neon Group 2, con base a Serramazzoni, in provincia di Modena. “L’idea nasce con il duplice scopo di proteggere ma anche di far ripartire le attività”, le sue parole riportate da Repubblica. “Siamo al lavoro per realizzare gli schermi per banche, farmacie e così abbiamo pensato di estendere il lavoro anche alle attività commerciali”. Sulle spiagge il posto comprensivo di ombrellone e due lettini potrebbe essere contornato da una gabbia in plexiglass e profili di alluminio, lunghi 4,5 metri per lato, con un accesso ampio 1,5 metri. Certo, poi per andare a farsi il bagno in mare è un’altra storia (tra chi pensa che sia irreale, oggi, e chi lo sconsiglia vivamente), ma chissà se gli italiani si accontenteranno di passare le loro vacanze al mare dentro un box di plexiglass a guardare un mare dentro il quale forse neppure potranno fare al bagno.

Plexiglass coronavirus: come funzionerà nei ristoranti

La stessa idea potrebbe essere applicata ai ristoranti. Oltre alla separazione di 1-2 metri tra un tavolo e l’altro, potrebbero essere adottate anche queste lastre in plexiglass per accentuare il distanziamento sociale. Nei render ci sono immagini di lastre anche sullo stesso tavolo, in modo da separare una persona davanti all’altra, ma difficile credere che possa realizzarsi in questo modo. Nei ristoranti si dovrà andare indossando delle mascherine, stando alle ultime voci degli esperti che vogliono l’obbligo delle mascherine nei luoghi chiusi. Quanta voglia ci sarà di andare a mangiare in un ristorante con la mascherina e i guanti e con barriere di separazione ovunque?

Questo è un aspetto psicologico su cui le attività turistiche e di ristorazione dovranno concentrarsi per cercare di salvare il salvabile in una stagione turistica che si preannuncia vicina letteralmente al concetto di “ chilometro zero” e decisamente particolare.

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