Mortalità in Italia, raddoppiata in media nel marzo 2020 in 1450 comuni, i dati

Dai primi dati su 1450 comuni, soprattutto al Nord, emerge che la mortalità in Italia è raddoppiata nei primi tre mesi del 2020 rispetto al 2019

mortalità 2020
Mortalità in Italia raddoppiata in media nel 2020 in 1450 comuni, i dati

Il prezzo che l’epidemia di coronavirus sta facendo pagare agli italiani in termini di vite umane comincia a farsi vedere, man mano che dati più completi di quelli ufficiali cominciano a pervenire. L’ISTAT ha pubblicato i numeri della mortalità in 1450 comuni in Italia. Sono quelli che hanno trasmesso più in fretta i dati, e tra questi ve ne sono di piccolissimi e di molto grandi come Milano, Genova, Parma. Il Nord è sovrarappresentato, quindi le stime sull’aumento della mortalità saranno ridimensionate, ma quello che emerge per ora è che vi è stato un raddoppio confrontando marzo 2020 e 2019. Si è passato in questi luoghi da 14.603 decessi a 29.565.

Sono dati ancora molto parziali, mancano gran parte dei comuni, ma già molto indicativi. Sulla nostra infografica è possibile osservare, selezionando la regione, dove vi è stato il maggiore incremento. E non ci si stupisce a osservare che è in una fascia che attraversa la Lombardia da Sud a Nord, dal cremonese alle Orobie.

Mortalità in Italia: a Bergamo +385% nel 2020

I numeri sono spaventosi a Bergamo, dove tra marzo di quest’anno e quello dell’anno scorso i morti sono cresciuti del 385%. Ad Alzano Lombardo e Nembro parliamo di +1056% e +1000%, ovvero di una decuplicazione dei morti, passati nel primo caso da 9 a 104 e nel secondo da 13 a 143.

A Cremona si ha una quadruplicazione, da 78 a 311 deceduti. Va meglio nel milanese, sempre in Lombardia, a Milano l’incremento è comunque del 41%, a Monza, In Brianza, del 33%, ma diventa del 232% a Cernusco sul Naviglio, a Est di Milano.

In Veneto si salvano le città maggiori dove l’aumento della mortalità è stata più limitata, quasi dentro una naturale variabilità, come a Verona, +21,7%

L’estensione in lunghezza dell’Emilia Romagna porta a grosse differenze, per esempio tra il +311% di Piacenza e il +27% di Modena. In generale, come si vede anche in Piemonte, la mortalità cresce di più nei centri con più anziani, che di solito sono i più piccoli, in provincia.

Il Sud e alcune aree del Centro si confermano molto meno colpite, a San Severo il numero dei morti sale solo dell’1,8% a Città di Castello addirittura scende.

È il risultato del lockdown arrivato quando ancora il virus non si era esteso in misura netta in queste regioni. Che ora naturalmente dovranno essere ancora più attente durante la fase due delle riaperture.

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