Quando riaprono le chiese per la messa: ecco la data. L’accordo

Quando riaprono le chiese: ok a messe dal 18 maggio. Sottoscritto accordo tra il presidente Conte, il ministro Lamorgese ed il presidente della CEI Bassetti

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Quando riaprono le chiese per la messa: ecco la data. L’accordo

Ricomposto lo strappo tra la Cei ed il governo. Le messe si potranno celebrare a partire dal 18 maggio. Ricordiamo le parole nette della Conferenza Episcopale Italiana all’indirizzo del governo dopo l’annuncio del DPCM del 26 aprile 2020 con l’ufficializzazione dello stop alle messe sino a successiva comunicazione.

Quando riaprono le chiese, la comunicazione di Conte

Una mossa a suo tempo ampiamente criticata da parte dei vescovi: “viene meno il più ampio esercizio della libertà di culto”.

Questa volta l’annuncio dell’accordo è stato fatto direttamente dal governo con una nota ufficiale con la quale si è data notizia del Protocollo tra Cei e Governo italiano che permetterà la ripresa delle celebrazioni con il popolo, in condizioni di massima sicurezza per la comunità ecclesiale. L’accordo firmato il 7 maggio è stato sottoscritto dal presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

“Le misure di sicurezza previste nel testo – sono state le parole del Presidente Conte – indicano le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche avvenga nella maniera più sicura per la salute pubblica e per la tutela protezione dei fedeli. Ringrazio la CEI per il sostegno morale e materiale che sta offrendo alla collettività nazionale in questo momento così difficile per il Paese”.

Messe al via dal 18 maggio: con quali misure di sicurezza

Vediamo di seguito alcune delle principali misure previste per svolgere le celebrazioni in sicurezza.

Il Protocollo si compone di tre paragrafi: 1) accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche;) igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; 3) attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche.

Alcuni esempi. “L’accesso individuale ai luoghi di culto si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato. L’accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari e/ o collaboratori che indossando adeguati dispositivi di protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento – favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri f ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche.

E ancora. “Per favorire un accesso ordinato, durante il quale andrà rispettata la distanza di sicurezza pari almeno 1,5 metro, si utilizzino, ove presenti, più ingressi, eventualmente distinguendo quelli riservati all’entrata da quelli riservati all’uscita. Durante l’entrata e l’uscita dei fedeli le porte rimangano aperte per favorire un flusso più sicuro ed evitare che porte e maniglie siano toccate”.

Un paragrafo del capitolo delle igienizzazioni prevede che “i luoghi di culto, ivi comprese le sagrestie, siano igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione, mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione antisettica. Si abbia, inoltre, cura di favorire il ricambio dell’aria”.

Nello stesso protocollo è prevista la riduzione del minimo di concelebranti e ministri, per favorire il distanziamento.

Al link è possibile scaricare il documento integrale dell’accordo tra governo e CEI

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