Gigi Simoni è morto malattia e causa morte dell’allenatore. Chi era

Gigi Simoni, mister dell’Inter di Ronaldo e di Moratti è morto all’età di 81 anni. La carriera dell’allenatore-signore molto amato dal popolo neroazzurro.

Pallone su erba di un campo di calcio
Gigi Simoni è morto malattia e causa morte dell’allenatore. Chi era

Nato a Crevalcore (Bologna) il 22 gennaio 1939 Gigi Simoni, morto oggi all’età di 81 anni, è uno degli allenatori più conosciuti ed apprezzati del calcio italiano degli ultimi 30 anni. Il suo nome, nonostante una lunga carriera da calciatore e da allenatore (“specializzato” in promozioni dalla serie B alla serie A) resterà indelebilmente legato nella storia degli sportivi all’Inter di Ronaldo del presidente Moratti con cui ha vinto la Coppa Uefa nella stagione 1997-1998.

Gigi Simoni, la malattia

Il mondo del calcio piange la scomparsa di Gigi Simoni in una data molto emblematica per i nerazzurri ovvero a 10 anni esatti del triplete super-celebrato da tutti i tifosi interisti come una data indimenticabile. Il mister era stato colpito lo scorso anno, esattamente il 22 giugno 2019, da un ictus mentre si trovava nella sua abitazione in provincia di Pisa. A distanza di 11 mesi è morto dopo un repentino peggioramento delle sue condizioni di salute per il quale si era anche reso necessario il ricovero presso l’ospedale di Pisa.

La carriera dell’allenatore-signore

La lunga carriera iniziata da calciatore lo ha visto indossare la maglia del Mantova da cui passerà al Napoli e con cui salirà dalla serie B alla serie A. Ha giocato anche nella Juventus, nel Brescia e nel Genoa. Quest’ultima è stata la squadra dove ha esordito nella lunga carriera da mister. In totale ha collezionato, come dicevamo in apertura, una sorta di record di promozioni: in totale ha collezionato 8 promozioni. Di cui sette in serie A. Genoa (1975-1976 e 1980-1981), Brescia (1979-1980), Pisa (1984-1985 e 1986-1987), Cremonese (1992-1993) e Ancona (2002-2003), e una in Serie C1 con la Carrarese (1991-1992). Ha anche allenato all’estero (con una parentesi con il CSKA Sofia in Bulgaria nel 2001-02) ed ha concluso la carriera nel 2014 nel ruolo di direttore tecnico. L’anno più importante della sua carriera è il 1998 quando con l’Inter di Ronaldo vince la Coppa Uefa conquistando anche la Panchina d’Oro.

Il saluto dell’Inter

Sentito il saluto pubblicato sul sito ufficiale dell’FC Inter.

Ci ha lasciati oggi, 22 maggio. Una data non casuale, la data più interista di tutte.

Di Gigi Simoni ricordiamo e ci mancherà tutto. Il suo essere signore, innanzitutto. Un modo di vivere, la vita e il calcio, mai sopra le righe. Anche il suo calcio era così: umile ma funzionale, capace di far fruttare al meglio ciò che aveva a disposizione.

Sulla panchina nerazzurra arrivò nel 1997, assieme al Fenomeno, Ronaldo. Un binomio, quello Simoni-Ronaldo, che resterà per sempre nel cuore di tutti, non solo degli interisti. Un rapporto paterno, la benevolenza nei confronti di un calciatore speciale. “Ho imparato più io da lui che lui da me, in quella stagione”, amava raccontare Simoni. Una frase che spiega tanto, della persona che è stata.

Ha incarnato l’interismo più genuino. Il 6 maggio 1998 disegnò il suo capolavoro da allenatore. Imbrigliò una grande Lazio e non le diede scampo. Al Parco dei Principi Zamorano, Zanetti e Ronaldo regalarono all’Inter la terza Coppa Uefa in una notte dolcissima e magica.

Il mondo del calcio perde un bravo allenatore e una persona meravigliosa. Nella sua carriera da calciatore vinse una Coppa Italia con il Napoli e la Serie B con il Genoa. In panchina alzò, oltre alla Coppa Uefa con l’Inter, la Coppa Anglo-Italiana con la Cremonese e conquistò cinque campionati di Serie B (tre con il Genoa, due con il Pisa). Nel 1998 ricevette la Panchina d’Oro come miglior allenatore italiano. Un riconoscimento doveroso.

Noi lo ricordiamo così, coi suoi capelli bianchi, sulla nostra panchina, mentre con un sorriso si godeva le magie di Ronaldo, circondato dall’orgoglio e dall’affetto dei tifosi dell’Inter.

Ciao Gigi, ci mancherai.

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