Coronavirus ultime notizie: boom in Romania, cosa rischia l’Italia

Coronavirus ultime notizie: boom di casi in Romania. Ecco quali sono i rischi per l’Italia e gli ultimi aggiornamenti sulla diffusione del Covid in Europa.

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Coronavirus ultime notizie: boom in Romania, cosa rischia l’Italia

Coronavirus ultime notizie: il boom dei casi positivi in Romania preoccupa l’Italia. Come è ben noto, i legami tra romeni e italiani sono molteplici. Molti romeni, tornati nel proprio Paese per visitare le proprie famiglie o durante l’emergenza Covid-19 in Italia, ora stanno tornando sul nostro territorio. Molti di loro sono colf e badanti e hanno compito di assistenza familiare per le persone più anziani e deboli. Il timore è che, vista la mancata quarantena e le disposizioni di controllo assenti attualmente per chi entra nel nostro Paese dalla Romania, diversi positivi possano varcare i nostri confini e, anche inconsapevolmente (è il caso degli asintomatici), diffondere nuovamente il virus. Mancano opportuni controlli insomma, come i tamponi per chi arriva dall’Europa dell’est (al momento ci sono solo per chi viene da Serbia, Montenegro e Kosovo).

Coronavirus ultime notizie: il punto della situazione in Romania

In Italia vivono e lavorano più d 1 milione di romeni (1.207.919 per l’esattezza). Al 31 dicembre 2019, secondo i dati Istat, è la comunità straniera residente in Italia più numerosa, sopra quelle di Albania, Ucraina e Moldavia. E attualmente le frontiere sono aperte.

Andando a vedere cosa sta accadendo nel Paese dell’Europa orientale sotto l’aspetto sanitario, scopriamo che nelle ultime 24 ore i nuovi casi sono stati 1.030 (contro i 994 della giornata precedente), il numero più elevato registrato nel Paese. Il numero dei casi totali ha raggiunto quota 40.163, mentre per quanto riguarda i decessi (27 nelle ultime 24 ore) sono stati 2.101 in totale. Gli attualmente positivi sono 13.399, ma è l’andamento dei contagi a preoccupare, vista la curva in progressivo aumento.

Nessun controllo per chi proviene dai Balcani

Sulla situazione dei mancati controlli è intervenuto anche il vicepresidente dell’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, Andrea Zini, che ha puntualizzato come al momento non ci siano “norme che tutelano le famiglie e questi lavoratori sono a contatto con soggetti fragili”. C’è preoccupazione anche perché “non c’è una soluzione chiara”. L’obiettivo è fare a livello nazionale quanto fatto già in Veneto dal governatore Luca Zaia, che ha disposto isolamento e tamponi per chi lavora nel settore dell’assistenza domiciliare e non e proviene da un Paese extra Ue. Il richiamo di Zini lascia spazio all’intenzione di adottare questa condotta a livello nazionale anche per chi proviene dai Balcani, al momento tra le zone europee più colpite dal virus. Il rischio elevato, infatti, è che si vadano a creare nuovi focolai nel nostro Paese, conseguenza che deve assolutamente essere evitata.

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