Aumento stipendio sindaci: importo e cosa cambia. Ecco le novità

Aumento stipendio dei sindaci dei piccoli comuni: ecco le novità a seguito del decreto di luglio del Viminale. Cosa cambia nell’indennità dei “primi cittadini”?

Aumento stipendio sindaci: importo e cosa cambia. Ecco le novità
Aumento stipendio sindaci: importo e cosa cambia. Ecco le novità

Non è la prima volta che trattiamo dell’argomento stipendio sindaci: ne avevamo già parlato qui, anche in considerazione della delicatezza delle funzioni che svolgono, per la buona amministrazione della comunità locale. In particolare, avevamo già ricordato che il guadagno mensile del primo cittadino del Comune è parametrato alle dimensioni del Comune stesso.

Il 23 luglio è però una data essenziale, che segna una svolta su questo tema, e che costituisce in qualche modo un “traguardo” per chi amministra un Comune di piccole dimensioni. Vediamo perché.

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Stipendio sindaci: il decreto del ministero dell’Interno e il quadro normativo di riferimento

Lo scorso 23 luglio è stato introdotto un decreto del Viminale che dispone un aumento dello stipendio sindaci di comuni piccoli, fino a 3.000 abitanti. Ciò però alla condizione che si tratti di comuni rientranti in regioni a statuto ordinario. Insomma, chi amministra piccole realtà locali, contribuendo a mantenere vive le attività in territori anche rurali e lontani dalle città e combattendo così lo spopolamento dei piccoli borghi di provincia, potrà contare su uno stipendio sindaci più corposo.

Tale decreto del Ministero dell’Interno è stato pubblicato il giorno 4 agosto 2020 in Gazzetta Ufficiale (qui il testo) e può quindi dispiegare pienamente i suoi effetti.

Varie normative aiutano a chiarire ruolo e funzioni del indaco, e anche l’argomento stipendio. Anzitutto, rileva l’art. 36 del d. lgs. n. 267 del 2000 (il Testo unico degli enti locali), con il quale viene descritto il quadro di attività del “primo cittadino”. Ma non solo. Sul piano del calcolo dello stipendio sindaci, è fonte normativa essenziale il decreto n. 119 del 2000, con cui è stata data applicazione pratica alla nota legge Bassanini n. 265 del 1999. L’anno scorso è poi seguita la legge n. 157 del 2019 recante “disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili“: in tale provvedimento è stato previsto l’aumento stipendio sindaci di piccoli Comuni “fino all’85 per cento della misura dell’indennità spettante ai sindaci dei comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti. Ed ora, in linea logica con quanto appena ricordato, è arrivato il decreto del Viminale.

L’aumento di stipendio non è automatico

Il provvedimento, adottato a seguito dell’intesa in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali, suddivide uno specifico fondo di 10 milioni annui tra 3.598 Comuni in tutta Italia. In buona sostanza, l’aumento stipendio sindaci comporterà per i sindaci dei piccoli comuni una indennità ricalcolata e pari a 1.659 euro: in concreto, + 497,35 euro per i sindaci dei Comuni fino a 1.000 abitanti (che finora guadagnavano 1.162 euro) e +357 euro per i sindaci dei Comuni da 1.001 a 3.000 abitanti (che finora incassavano 1.301 euro). La cifra finale equivale all’85% dell’indennità dei sindaci dei Comuni fino a 5.000 abitanti.

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Concludendo, va rimarcato che tale aumento stipendio sindaci non è però un’operazione automatica: infatti, è l’ente locale Comune che deve valutarne in concreto l’introduzione o meno, con delibera ad hoc. Laddove l’aumento non sia disposto, dovrà essere fatto confluire nell’esercizio finanziario. Questi dettagli sono stati spiegati recentemente, e con precisione, dalla Corte dei Conti.

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