Quanto guadagna un Sindaco di un Comune italiano? I dati a confronto

Pubblicato il 16 Agosto 2019 alle 13:01 Autore: Claudio Garau

Quanto guadagna un sindaco in Italia: qual è la fonte normativa di riferimento su questo aspetto e di quali parametri tener conto.

Quanto guadagna un Sindaco di un Comune italiano? I dati a confronto

Sappiamo quanto i sindaci dei Comuni sparsi per la penisola siano al centro dell’attività della comunità di riferimento e determinanti per le scelte politiche a livello locale. Essi infatti costituiscono, nell’ordinamento giuridico italiano, l’organo monocratico a capo del governo di un Comune. Vediamo allora quanto guadagna un sindaco di un Comune italiano, rispondendo ad una domanda legittima di tantissime persone.

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Quanto guadagna un Sindaco: le sue funzioni in sintesi

Il sindaco è detto “primo cittadino” della collettività che governa ed è al vertice dell’Amministrazione Comunale. Egli ai sensi dell’art. 36 del d. lgs. n. 267 del 2000 (il cosiddetto Testo unico degli enti locali) è uno degli organi che dirigono l’attività del Comune di riferimento, insieme alla giunta comunale e al consiglio comunale. Tra le varie funzioni che gli spettano, quella di rappresentare il Comune, convocare la Giunta e il Consiglio Comunale; nominare gli assessori e il segretario comunale, nonché i responsabili degli uffici e dei servizi.

Inoltre ha il rilevante potere di adottare le cosiddette ordinanze contingibili ed urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini. Dal punto di vista retributivo, il Sindaco di un piccolo Comune non ha lo stesso stipendio di uno che è a capo di un capoluogo di Regione. In altre parole, il guadagno mensile, infatti, varia a seconda delle dimensioni del Comune amministrato.

Lo stipendio del sindaco di un Comune: la fonte normativa di riferimento

Preliminarmente, circa la questione quanto guadagna un sindaco, occorre considerare un aspetto: per i sindaci sono previste, in via generale ed indipendentemente dalle dimensioni del Comune diretto, decrementi della cifra di retribuzione. Ciò nel caso in cui le figure in oggetto continuino a svolgere il lavoro che prima dell’elezione, già facevano. Ciò si verifica soprattutto nei Comuni di scarse dimensioni.

Domandarsi quanto guadagna un sindaco comporta, in ogni caso, vedere a quanto ammonta la popolazione di un dato Comune. Determinante per questo calcolo è il decreto n. 119 del 2000, con il quale è stata data applicazione pratica alla Legge Bassanini n. 265 del 1999. Come già accennato, più abitanti ha un Comune, più saranno i guadagni riconosciuti al primo cittadino, anche e soprattutto in considerazione delle maggiori responsabilità che ovviamente si hanno, nel dirigere una città come Milano o Roma rispetto ad un Comune dell’Appennino.

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Pertanto, in base alla normativa citata, avremo – ad esempio – che un sindaco di un Comune fino a 1000 abitanti (come un Comune montano), percepirà circa 1.290 euro al mese; un sindaco di un Comune tra i 50.000 e i 100.000 abitanti (come un capoluogo di provincia), riceverà circa 4.130 euro di stipendio; mentre il sindaco di una città oltre i 500.000 abitanti avrà un guadagno mensile di circa 7.800 euro. Com’è evidente, si tratta di cifre non di poco conto, comunque parametrate a mole di funzioni e di responsabilità di questa figura. Inoltre, possono subentrare anche eventuali rimborsi, che fanno lievitare le cifre.

Come accennato, vi sono regole speciali per il sindaco che già aveva un lavoro. Infatti, qualora il sindaco eletto, decida di non mettersi in aspettativa per il precedente lavoro, subirà una diminuzione dell’indennità percepita. Pertanto, se il sindaco è lavoratore dipendente – o anche pensionato – lo stipendio previsto dalla legge per questo ruolo pubblico, dovrà essere dimezzato. Non sarà così per imprenditori e lavoratori autonomi: lo stipendio di sindaco sarà quello pieno, dato che queste categorie di lavoratori già subiscono oneri fiscali e previdenziali maggiori rispetto ai lavoratori dipendenti.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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