Coronavirus ultime notizie, nuove infezioni: le precisazioni dell’Oms sulla recidiva

Coronavirus ultime notizie: una ricerca dell’Università di Hong Kong pone all’attenzione degli scienziati la possibilità di essere infettati più volte

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Coronavirus ultime notizie, nuove infezioni: le precisazioni dell’Oms sulla recidiva

Coronavirus ultime notizie: una ricerca dell’Università di Hong Kong pone all’attenzione degli scienziati la possibilità di essere infettati più volte dal Sars Cov 2. Nonostante la “scoperta”, l’Oms predica cautela sul rischio recidiva.

Coronavirus ultime notizie, nuove infezioni: la ricerca di Hong Kong

Coronavirus ultime notizie – Il Sars Cov 2 può infettare più volte la stessa persona, un po’ come i virus dell’influenza comune. Sembra ormai dimostrato da una ricerca dell’Università di Hong Kong di recente diffusione: preso in considerazione dagli scienziati il caso di un uomo trovato nuovamente positivo (asintomatico) dopo circa quattro mesi dall’accertamento della prima infezione (sintomatologia non severa). L’uomo con tutta probabilità ha contratto per la seconda volta il Sars Cov 2 in Spagna, dove si era recato in vacanza.

Gli studiosi dell’Ateneo asiatico possono affermare ciò con relativa certezza grazie al sequenziamento genetico operato sul virus in occasione sia della prima che della seconda infezione: in pratica, l’uomo ha contratto due distinti ceppi del nuovo coronavirus (insomma, non si tratta di una “riattivazione” della prima infezione). L’indagine dell’Università di Hong Kong ha avuto chiaramente un forte impatto sul dibattito riguardante l’immunità che svilupperebbe chi contrae il virus (che per i virologi resta comunque temporanea: d’altra parte, manca un “accordo” sulla sua eventuale durata)

Le precisazioni Oms: recidiva rimane rarissima

Coronavirus ultime notizie – Nonostante la ricerca dell’Università di Hong Kong sia ritenuta più che solida, l’Oms ha voluto sottolineare che per quanto riguarda la possibilità di recidiva “i numeri sono veramente molto bassi”. Infatti, lo studio in questione si basa sul solo caso di cui si riferiva prima, dunque, l’Organizzazione mondiale della Sanità tiene a chiarire: che “un caso documentato su oltre 23 milioni” anche se “probabilmente ce ne saranno altri” non può avere delle ripercussioni immediate sul piano medico-scientifico.

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