Legge 104: trasferimento sede lavoro, il requisito richiesto

Le ultime notizie sulla Legge 104: cosa deve dimostrare il caregiver per chiedere e ottenere il trasferimento alla sede di lavoro più vicina.

Legge 104 trasferimento sede lavoro
Legge 104: trasferimento sede lavoro, il requisito richiesto

Cosa devono dimostrare i caregiver che si occupano dell’assistenza al familiare disabile titolare di Legge 104 e che vogliono il trasferimento a una sede di lavoro più vicina? Per loro è richiesto di aver già maturato esperienza in precedenza: sostanzialmente il caregiver non deve essere un “esordiente”, ma dovrà aver già fatto questa esperienza di assistenza in precedenza, altrimenti non potrà chiedere (e soprattutto non potrà ottenere) il trasferimento a una sede di lavoro più vicina.

Legge 104: trasferimento sede lavoratore caregiver, cosa serve

Com’è ben noto, l’articolo 33 comma 5 della Legge 104 permette al lavoratore di scegliere, laddove e qualora possibile, la sede di lavoro più prossima al domicilio del familiare da assistere, vietando al tempo stesso al datore di lavoro di trasferire il lavoratore caregiver in altra sede senza che prima abbia il suo consenso. Per quanto riguarda il trasferimento, tuttavia, nel corso del tempo la giurisprudenza è intervenuta più volte stabilendo regole un po’ più rigide rispetto allo statuto originario. Tra le sentenze più recenti spicca quella della Corte di Cassazione (Sezione Lavoro), la n. 26603 del 18 ottobre 2019, nella quale si stabilisce che per ottenere il trasferimento il lavoratore dovrà dimostrare di aver già maturato questo tipo di esperienza (ovvero aver prestato assistenza) in passato.

Cosa dicono le leggi più recenti

Il beneficio legato al trasferimento alla sede più vicina al domicilio è ottenibile non solo all’inizio del rapporto lavorativo, ma anche durante il rapporto lavorativo stesso. Prioritaria è dunque l’assistenza al familiare handicappato del lavoratore e non conta se tale scelta venga operata all’inizio o durante il rapporto lavorativo. Come scritto sopra, per evitare troppe leggerezze alla fruizione di questo beneficio, la giurisprudenza recente ha ristretto un po’ le regole a riguardo, introducendo l’aspetto meritocratico legato al lavoratore per la possibilità di trasferimento. La “meritocrazia”, in questo senso, si rivolge prevalentemente a un’esperienza di assistenza già maturata in passato. Vale a dire, il lavoratore che richiede il trasferimento ha già fatto assistenza al familiare? E questa assistenza è davvero necessaria? Il lavoratore ha già fruito di altre agevolazioni Legge 104? Sono questi i parametri che servono per capire se può essere dato il trasferimento o meno. Come spiega l’avvocato Claudio Roseto su StudioCataldi, infine, “risulta necessario verificare che il datore di lavoro possa effettivamente soddisfare le pretese del lavoratore, ossia se esistono sedi di lavoro secondarie e più vicine al lavoratore”.

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