L’Assemblea Nazionale del PD vista e vissuta da una delegata qualunque

La giornata comincia molto presto. Per contenere le spese (è previsto un rimborso di 70 euro ma sto ancora aspettando quello di 60 della scorsa Assemblea, tenuta a gennaio) decido di andare e tornare in giornata da Roma. Dunque treno alle 6.20 di mattina per arrivare in tempo utile per l’inizio dell’Assemblea.
Sul treno ci sono altri delegati lombardi. A Firenze sale Matteo Renzi con famiglia al seguito. Passa dove sono seduta io e scambiamo due battute.
Questa volta la location è diversa (finalmente non più nel deserto dei tartari della Fiera di Roma), Salone delle Fontane all’Eur. Scrocco un passaggio in taxi a Sara Valmaggi e Franco Mirabelli, consiglieri regionali lombardi del PD.

Arrivo e comincia il rituale. Prima di tutto l’accredito (“Cardona con la C di Como”, si capisce che arrivo dal nord), entro in possesso del mio cartellino verde da delegata, avente diritto al voto (li sto tenendo tutti, a futura memoria) e poi mi immergo nella sala.

Ancora, pur essendo ormai una “veterana” di queste assemblee, mi sento sempre un po’ in prestito. Non faccio parte né della “vecchia guardia” che arriva da DS e Margherita né dei “giovani cool” (anche, ma non solo, per manifesti limiti di età).
Fino a un po’ di tempo fa, con le persone che facevano rifermento alla mozione Marino, ci si ritrovava un po’ prima per discutere e magari concordare posizioni comuni. Ora non succede più, un peccato.

Entrata nella sala vengo subito intercettata per firmare gli ordini del giorno che verranno presentati da Pippo Civati, Sandro Gozi, Sebastiano Vassallo e altri: primarie per i parlamentari, rispetto del limite dei 3 mandati come da Statuto, primarie per la premiership. Ne firmo 2 su 3, quello sulla primarie per la premiership non mi convince per com’è formulato. Continuo a pensare che il PD dovrebbe presentare solo 1 candidato (facendo magari primarie interne prima, non so) alle primarie di coalizione. Forte e possibilmente vincente. Le candidature multiple di esponenti del PD sappiamo già come vanno a finire. Vince un altro/a.

(gli odg li potete trovare qui: http://www.prossimaitalia.it/news/3023/al-voto-al-voto/)

Firmo anche l’Odg presentato da Ivan Scalfarotto ( http://www.ivanscalfarotto.it/2012/07/15/lodg-scalfarotto-civati-sul-matrimonio/) che chiede al Partito Democratico di adottare nel programma elettorale per le prossime elezioni politiche la proposta di estendere il matrimonio civile alle coppie omosessuali. Lo condivido.
Raggiungo Louise Bolzoni, un’amica di Brescia che mi ha tenuto il posto.
Mi guardo intorno, saluto un po’ di persone che si incontrano solo in queste occasioni e che mi fa piacere vedere. Scambio un abbraccio affettuoso con Ignazio Marino.
Comincia l’Assemblea.
Ascolto con attenzione la relazione del segretario Bersani (per quanto ha detto nel dettaglio rimando a sintesi sicuramente migliori di quella che potrei fare io). Mi rimane in testa una frase, quasi uno slogan “Sorreggere la transizione, accendere la prospettiva”. Mi piace.

Finita le relazione di Bersani si aprono gli interventi. Toccherebbe a Nicola La Torre ma non c’è (…) e dunque sale a parlare Maurizio Martina, il nostro segretario regionale.
Quasi fosse un copione da rispettare ogni volta, non appena finisce la relazione del segretario (che ovviamente tutti devono per forza ascoltare), la platea inizia a svuotarsi e in sala parte un fastidioso chiacchiericcio.
A questo temo che non mi abituerò mai. Non mi piace e non lo condivido.
Si susseguono gli interventi. Dopo il decimo o l’undicesimo, non ricordo, mi alzo, mi avvicino alla presidenza e chiedo: “Scusate ma hanno diritto di parola solo gli uomini?” Perché, fino a quel momento nessuna donna si è presentata a parlare, sarà un caso? Rosy Bindi mi chiede ruvidamente se sono iscritta a parlare. “No, no, mi chiedevo se però qualche altra sì”.
Magicamente finalmente succede, parla anche una donna.
(Nel frattempo, Matteo Renzi, dopo aver passato con noi non più di un’oretta, saluta e se ne va. Solo una comparsata e basta? Così viene da leggerla).


Non sono previste interruzioni o pause per il pranzo (anche questo non lo condivido, così facendo a meno di rimanere digiuni, si perde per forza qualcosa).
Verso le due non resisto e con Louise e Paolo Della Ventura, del PD de L’Aquila, andiamo a mangiare nell’unico bar aperto nella zona.

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Si chiacchiera, ci raccontiamo i nostri vissuti nel PD. Sempre interessante. Al tavolo di fianco pranzano Matteo Colaninno e Nicola La Torre. Sono felice di essere con Paolo e Louise.
Rientriamo. Ci siamo persi Letta, D’Alema e Fassino (Fassina invece abbiamo avuto modo di ascoltarlo…). Pazienza.
Nel programma che ci è stato inviato, la relazione conclusiva del segretario è prevista per le 17.
Invece, anche se non sono neanche le 15, ci viene annunciato dalla presidenza che, dopo i due prossimi interventi, il segretario farà le sue conclusioni.
Che strano. Certo, ci sono parecchi Odg da votare, però…
Come sempre, quando Bersani parla anche un po’ a braccio, è molto più efficace e chiaro.
La sua relazione (e conclusione) viene approvata a larga maggioranza.
Ora si passa alla votazione degli Odg presentati.
Dove sono seduta io, nel “gruppo Civati”, arriva Ignazio Marino, a dir poco infuriato, per dirci che tutti gli ordini del giorno presentati non verranno messi in votazione. Non ci si crede.
Eppure va proprio così. In sala si scatena una gran bagarre. Mai vista una cosa simile.

(sono, mio malgrado, al centro della scena perché tutto succede proprio intorno a me, e invidio molto Emilio D’Alessio che riesce ad assumere un’aria quasi indifferente facendo finta di leggere qualcosa sul suo ipad)


Viene fatto votare il documento sul tema dei diritti, al centro del contendere perché giudicato da molti inadeguato ( http://www.partitodemocratico.it/doc/237849/documento-per-una-nuova-cultura-politica-dei-diritti.htm). Passa a maggioranza. Non vengono fatti votare gli odg (due) proprio sul merito del documento. Sono “preclusi”.
A seguire viene proposto dalla presidenza un odg che, nelle intenzioni, dovrebbe riassumere e raccogliere i 3 odg presentati su primarie e dintorni. Si rimanda (come sempre) a non meglio identificati successivi approfondimenti in sede di Direzione Nazionale (http://www.partitodemocratico.it/doc/239799/ordine-del-giorno-su-primarie-e-mandati-parlamentari.htm). Da non credere.
L’Assemblea si chiude malamente. Tra tessere restituite e deleghe stracciate.
Davvero una brutta pagina.
Dal mio punto di vista una gestione pessima da parte della presidenza dell’Assemblea.
Non mi è mai piaciuto attribuire manovre sottobanco a chicchessia.
Ma ieri, la volontà di NON far votare gli odg era palese.
Mi domando il perché di questo. Temo sia la paura.
La paura di essere messi in discussione, la paura di perdere, la paura di non veder più riconosciuto un ruolo.
Brutta bestia la paura. Porta a non capire più nulla. E a commettere errori. Anche gravi come quello di sabato.
E a pronunciare parole pesanti come “precludere” proprio in un luogo, l’Assemblea Nazionale, (il “massimo organo dirigente del partito” come troppo spesso pomposamente viene chiamato) dove l’apertura, l’ascolto, l’accettazione e l’accoglienza dovrebbero essere di casa.
Sicuramente non se ne esce bene.
Purtroppo non ne esce bene soprattutto il PD. Fatto da tante persone intelligenti, ricche di risorse ed energie. Rappresentato troppo spesso da una classe dirigente che appare ormai inadeguata e sorpassata.

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Nel suo intervento Dario Franceschini ha rivendicato con una certa supponenza la necessità che i parlamentari siano rappresentativi di “competenze e radicamento sul territorio”, sottintendendo, più o meno esplicitamente, che non sono le primarie lo strumento giusto per una corretta selezione.
Mi piacerebbe discutere con lui quali sono le giuste competenze e il giusto radicamento sul territorio che dovrebbe avere la classe dirigente di un partito, del mio partito. Oggi, nel 2012.
Credo avremmo idee diverse.

Non so cosa succederà ora.
Suggerisco di guardare e ascoltare Ivan Scalfarotto, intervenuto a motivare la presentazione del suo ordine de giorno.
Per me è un buon punto di ri-partenza.
Confido che non sia precluso.

http://www.youdem.tv/doc/239794/lassemblea-esamina-lordine-del-giorno-concia-scalfarotto.htm, dal minuto 2.54