Congresso PD 2009: tra conferme ed alcune sorprese

Congresso PD 2009: tra conferme ed alcune sorprese

 

DOPO AVER SEGUITO, grazie all’importante contributo dei nostri lettori, il recente Congresso Nazionale del Partito Democratico, ci occupiamo ora di uno studio statistico che vuole mettere in luce alcuni aspetti del voto congressuale che ha visto dar la vittoria temporanea a Pierluigi Bersani con il 55,13% dei voti.

Nessuna sopresa dunque su questo dato, ma se andiamo ad analizzare più nel dettaglio i valori regionali, alcune sorprese emergono.

In un recente articolo di Andrea Mollica è stato analizzato il tesseramento del Partito Democratico regione per regione, ed il rapporto tra i nuovi tesserati ed i voti che il PD ha preso durante le Elezioni Europee 2009 ed Elezioni Politiche 2008.

Presentiamo alcuni studi che vogliono correlare il voto congressuale con le Europee 2009, per comprendere come le varie regioni si siano comportate.

GUARDA TUTTI I DATI STATISTICI DEL CONGRESSO DEL PD 2009.

Per agevolare la lettura, abbiamo catalogato in un unico file .xls tutti i dati del Congresso PD 2009. CLICCATE QUI PER SCARICARE IL FILE.

Il rapporto tra gli iscritti e votanti durante il Congresso 2009 ed il numero di voti che il PD ha preso alle Europee 2009 può essere visualizzato da questo istogramma. Le barre blu corrispondono al rapporto tra Iscritti al PD e Voti alle Europee 2009. Le barre rosse corrispondono al rapporto tra Votanti al Congresso 2009 e alle Europee 2009.

Secondo una regola ufficiosa della politica, il rapporto tra iscritti e votanti non dovrebbe mai superare il 20-25%: ovvero per ogni iscritto in un partito non ci dovrebbero essere meno di 4-5 elettori. Questa soglia di guardia è ufficiosamente stabilita per individuare eventuali situazioni ambigue in una certa località. Basilicata, Campania e Calabria sono perciò regioni in cui questo rapporto è simile o superiore al livello di guardia.

Un altro indicatore di regioni con dati non in linea può essere il raffronto tra la differenza relativa tra il dato regionale e quello nazionale per le percentuali di voti del PD alle Europee 2009 (seconda colonna) ed il rapporto Iscritti Congresso/Votanti PD alle Europee 2009 (terza colonna).

Voto Eur09 Reg/Italia (x100) Rapp. Iscr./Voti Eur09
BASILICATA 0.12 19.26
CALABRIA -0.03 25.1
CAMPANIA -0.11 18.29
LAZIO 0.08 11.23
MARCHE 0.15 7.5
MOLISE -0.53 12.6
PUGLIA -0.17 11.15
SICILIA -0.16 15.05
UMBRIA 0.3 14.07
ABRUZZO -0.15 7.5
EMILIA R. 0.49 14.3
FVG -0.02 5.54
LIGURIA 0.14 6.3
LOMBARDIA -0.18 4.17
PIEMONTE -0.06 3.8
SARDEGNA 0.36 13.73
TOSCANA 0.48 9.22
TRENTINO -0.33 3.7
V.D’AOSTA -0.51 3.74
VENETO -0.22 4.84

Basilicata, Lazio, Marche, Umbria, Emilia, Liguria, Sardegna e Toscana sono le uniche regioni in cui il PD ha preso una percentuale più alta che a livello nazionale durante le Elezioni Europee. Nelle altre, si notano dati contrastanti: in Campania si hanno circa 5 elettori per ogni iscritto eppure il PD ha perso l’11% relativo alle Europee. In Calabria, 4 elettori per ogni iscritto, eppure il PD ha perso il 3% relativo. In Molise, 8 elettori ogni iscritto ma il PD ha perso più della metà della propria percentuale nazionale. In Sicilia, circa 7 elettori per ogni iscritto ed il PD ha perso il 16% relativo. In Puglia, più di 10 elettori per ogni iscritto, ma il PD perde il 17% rispetto al dato nazionale.

Sono questi dati piuttosto contradditori. Ci si aspetterebbe infatti che laddove vi siano molti iscritti, il partito ottenga quantomeno un buon risultato percentuale. Altrimenti questo potrebbe dire che 1) gli iscritti non vanno a votare 2) la dirigenza locale non ha portato avanti una campagna elettorale efficace 3) gli iscritti non rispecchiano il reale elettorato.

La media regionale del rapporto tra Iscritti e Voti alle Europee 2009 è pari a 10,76, mentre il dato nazionale si attesta a 10,33 (questo perché si ripesano le regioni secondo i pesi demografici appropriati). Toscana e Puglia si attestano su valori simili al dato nazionale (9,22 e 11,15 rispettivamente). Il Trentino Alto Adige, la Valle d’Aosta ed il Piemonte le regioni con il più basso rapporto, pari a 3,7%, 3,74% e 3,8% rispettivamente. Come detto, Campania, Basilicata e Calabria le regioni con il più alto rapporto, pari a 18,29%, 19,26% e 25,1% rispettivamente. L’Emilia Romagna, la regione con il più alto numero di iscritti in assoluto, ha un rapporto di solo 14,3%.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

Qui possiamo notare il rapporto tra le affluenze regionali al Congresso ed alle Europee ed il rapporto tra Iscritti e Voti alle Europee 2009.

Un dato piuttosto singolare che emerge è che l’Emilia Romagna risulta essere in controtendenza con l’affluenza delle Europee 2009: 76,8% di affluenza alle Europee (la seconda per affluenza, subito dopo l’Umbria, 77,94%) e solo il 35% di affluenza al Congresso, risultando la regione con la più bassa partecipazione, pur essendo la regione con il più alto numero di iscritti, 140.234. La Basilicata ha mostrato la più alta partecipazione congressuale, con il 75,31% di affluenza. A seguire il Molise con il 73,8%.

 

In questo grafico a dispersione per le correlazioni, possiamo osservare sulla diagonale principale la distribuzione di probabilità regionale di

1) Rapporto Iscritti Congresso PD / Voto Eur09

2) Rapporto Votanti Congresso PD / Voto Eur09

3) Affluenza Eur09

4) Voti PD Eur09

5) Percentuale PD Eur09

6) Affluenza Congresso PD

Come spiegato anche più avanti, le nuvole di dispersione (fuori dalla diagonale principale) rappresentano il grado di correlazione, da leggersi come una scacchiera di una battaglia navale. Se queste nuvole sono allineate in modo crescente lungo un’ipotetica diagonale, allora la correlazione è positiva e molto intensa. Il caso opposto, allineate sempre sulla diagonale ma in direzione decrescente, correlazione forte ma negativa. Infine, più la nuvola è dispersa, senza particolare direzione, allora abbiamo scarsa correlazione tra i due eventi. Ricordiamo che per correlazione tra due eventi, A e B, si intende il grado di dipendenza: se A cresce di un fattore X e B cresce dello stesso fattore X, allora A e B si dicono perfettamente correlati (positivamente). Se A cresce di X e B decresce di X allora A e B si dicono perfettamente correlati (negativamente, oppure anti-correlati). La correlazione è un numero quindi che va da -1 (massima correlazione negativa) ad 1 (massima correlazione positiva). Se A e B sono totalmente indipendenti tra loro, allora la correlazione è pari a 0, e quindi A e B si definiscono totalmente scorrelati.

Un altro aspetto interessante del Congresso è quello relativo alle percentuali regionali dei 3 candidati: Pieruligi Bersani, Dario Franceschini ed Ignazio Marino. In questi 3 istogrammi abbiamo calcolato la differenza assoluta e relativa tra il dato regionale ed il dato nazionale, per visualizzare l’evoluzione ed il peso locale di ogni mozione.

In blu le differenze assolute mentre in rosso quelle relative

Pierluigi Bersani

La mozione Bersani conquista una notevole porzione di voti in Calabria, Campania, Puglia e Sardegna. Perde notevolmente in Veneto, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Lazio. In Emilia Romagna, la regione con il più alto numero di iscritti, si mantiene in linea con il dato nazionale.

Dario Franceschini

La mozione Franceschini è strettamente correlata (negativamente) con quella di Bersani, laddove cresce fortemente una, decresce fortemente l’altra.

(per continuare la lettura cliccare su “3”)

Ignazio Marino

La mozione Marino subisce pesantemente le regioni meridionali, l’Umbira e la Sicilia, per poi riprendersi in Lazio e tutte le regioni del Nord.

In questa tabella, riepiloghiamo tutti i dati regionali: due colonne per ogni mozione. Differenza assoluta e differenza relativa con il dato nazionale.

Bersani: diff. ass Bersani: diff. rel Francescini: diff. ass Francescini: diff. rel Marino: diff. ass Marino: diff. ass
BASILICATA 1.68 3.05 2.38 6.44 -4.06 -51.26
CALABRIA 16.06 29.13 -11.07 -29.96 -4.99 -63.01
CAMPANIA 9.43 17.11 -4.93 -13.34 -4.5 -56.82
LAZIO -12.77 -23.16 6.8 18.4 5.96 75.25
MARCHE -7 -12.7 6.09 16.48 0.92 11.62
MOLISE 3.62 6.57 1.97 5.33 -5.59 -70.58
PUGLIA 8.25 14.96 -4.03 -10.91 -4.22 -53.28
SICILIA -7.69 -13.95 12.36 33.45 -4.67 -58.96
UMBRIA -1.06 -1.92 3.56 9.63 -2.5 -31.57
ABRUZZO -1.57 -2.85 2.62 7.09 -1.06 -13.38
EMILIA R. 3.34 6.06 -4.73 -12.8 1.39 17.55
FVG -16 -29.02 11.38 30.8 4.62 58.33
LIGURIA 1.45 2.63 -4.48 -12.12 3.03 38.26
LOMBARDIA -2.37 -4.3 -3.75 -10.15 6.12 77.27
PIEMONTE 1.82 3.3 -9.82 -26.58 8 101.01
SARDEGNA 10.88 19.74 -12.47 -33.75 1.6 20.2
TOSCANA -5.06 -9.18 5.48 14.83 -0.42 -5.3
TRENTINO -4.79 -8.69 -0.4 -1.08 5.19 65.53
V.D’AOSTA -16.19 -29.37 14.38 38.92 1.81 22.85
VENETO -6.88 -12.48 2.58 6.98 4.3 54.29

Consideriamo ora l’impatto delle mozioni Bersani e Franceschini sulla mozione Marino, tramite la seguente tabella.

Nelle 9 regioni in cui la mozione Marino perde voti rispetto al dato nazionale (Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sicilia, Umbria, Abruzzo, Toscana), solo in Basilicata ed in Molise le altre due mozioni acquisiscono voti contemporaneamente, con pesi pari a 0,41-0,59 e 0,65-0,35 rispettivamente per la mozione Bersani e Franceschini. In tutte le altre, i flussi di voti si ripartiscono in modo alterno, o li recupera tutti una mozione o l’altra, ma mai contemporaneamente.

In Calabria, Campania e Puglia per esempio è la mozione Bersani a ricevere tutti i flussi, mentre in tutte le altre le regioni sotto esame è la mozione Franceschini ad ottenerli.

In tutte le altre 11 regioni dove invece la mozione Marino guadagna consensi rispetto al dato nazionale medio, soltanto in Lombardia e Trentino le altre due mozioni perdono contemporaneamente voti, con pesi percentuali pari a 0,39-0,61 e 0,92-0,08. Nelle regioni in cui la mozione Marino ottiene un grande consenso (differenza assoluta > 4), ovvero in Lazio, Friuli, Lombardia, Piemonte e Trentino notiamo come vi siano casi in cui una delle due rimanenti mozioni perde voti anche sopra il 10%. In Lazio i voti persi dalla Bersani si distribuiscono quasi equamente nelle altre due mozioni, così come nelle Marche. In Piemonte, la regione in cui la Marino ha ottenuto il maggior consenso nazionale, è la mozione Franceschini che ha subito il maggior riflusso di voti.

Questi flussi sono quindi importanti per stabilire come e dove i voti congressuali si distribuiscano sui tre contendenti.

Ad un livello più specifico, possiamo calcolare i grafici di correlazione tra le 3 mozioni, in una matrice 6*6, in cui si mostrano le distribuzioni di probabilità dei voti percentuali regionali (istogrammi blu sulla diagonale) e le dispersioni di correlazione (al di fuori della diagonale). Per esempio, la correlazione tra le differenze relative ed assolute per ogni mozione risultano essere perfettamente correlate (dispersioni crescenti). Laddove la correlazione è meno intensa si avranno “nuvole” di punti, oppure avremo dispersioni decrescenti (correlazione negativa).